osservAZIONI – Punti di vista in città
Quali sono i meccanismi della teatralità applicabili alla vita cittadina? Il concetto di prospettiva, fondamentale in architettura e in teatro, quale valore acquista nella vita quotidiana? I punti di vista con cui noi possiamo osservare la realtà sono, infatti, infiniti, una stessa scena si può osservare da tutte le possibili angolazioni. Questo lavoro richiama l’attenzione sulla consapevolezza che esistono molteplici modi inediti di osservare il mondo e quei panorami anche troppo quotidiani, o familiari.
“OsservAZIONI” è un progetto di “Drammaturgia Urbana” elaborato nel 2006 da Sonia Arienta e organizzato dall’Associazione Culturale Due Punti Aperte Virgolette, con il Contributo e il Patrocinio del Comune di Milano (Sport e Giovani), esportato e adottato alcuni mesi più tardi dal Comune di Verbania, sul lago Maggiore.
Questa iniziativa prevede che dapprima il pubblico visiti una serie di luoghi della città, sollecitato dalle indicazioni contenute nelle schede o “didascalie di scena” scritte dall’autrice nei mesi precedenti e rifletta su elementi fondamentali della fruizione teatrale e, fuori di metafora, della vita stessa: spazio, tempo, personaggi, trame, azione, backstage. In un secondo momento, visitato lo spazio, il cittadino compila una scheda con domande specifiche per ogni luogo. Le schede più interessanti sono pubblicate insieme ad alcune delle “didascalie di scena” in un piccolo libro distribuito gratuitamente in occasione dell’incontro finale con il pubblico.
Il progetto osservAZIONI nasce nel contesto di un percorso di ricerca orientato all’esplorazione dei rapporti fra l’individuo e il territorio, in questo caso in ambito cittadino, attraverso l’adozione di un linguaggio misto.
Individuati alcuni temi fondamentali per la struttura di una narrazione (personaggi, trama, azione, tempo, spazio), uniti ad altri ispirati alla teatralità (backstage, scene e costumi) sono stati applicati ai luoghi della vita quotidiana cittadina dei milanesi. Luoghi che potessero essere messi in stretta relazione, che fossero rappresentativi proprio di quegli specifici temi.
Così per esempio Piazza Cordusio (una piazza aperta, con un asse viario che si apre a raggio) e Piazza Affari (chiusa come una stanza) possono essere considerate rappresentative dello SPAZIO (aperto e chiuso). Inoltre per evidenziare la differenza fra punti di vista nella fruizione del luogo le schede scritte dall’autrice sono state redatte sulla base di visite notturne, quando entrambe le piazze erano deserte, cioè in una condizione molto diversa dalla loro abituale fruizione.
Il giardino della Guastalla è stato invece scelto per il concetto di “TEMPO”, poiché è una bolla in cui il medesimo scorre in modo molto diverso rispetto all’ambiente circostante (la vita corre freneticamente fra il Policlinico, il tribunale, L’Università, la Biblioteca Sormani, la circonvallazione). Anche in questo caso, l’autrice ha scelto giorni di pioggia per preparare la didascalia e presentare il luogo, così da mostrare un aspetto “altro” rispetto a quello di un parco inondato di luce, in una giornata di sole, condizione ideale per godere di questo luogo.
O ancora, l’affollamento di Via Torino durante la fascia pomeridiana dello shopping, specie il sabato pomeriggio, stride con la tranquillità delle vie retrostanti come Via Bagnera e via Nerino.
Da questo punto di partenza, l’autrice ha costruito una serie di schede di lettura, o “didascalie di scena”, per ogni luogo presentato in cui esprime il suo punto di vista e le sue riflessioni sull’ambiente che la circonda: cioè la scena vera e propria. ll suo punto di vista, tuttavia, costituisce soltanto la prima parte dell’osservAZIONE, in quanto lo spettatore/lettore, terminata la lettura è invitato a rispondere ad alcune brevi domande che riguardano la propria percezione della medesima scena narrata.
In sostanza viene sollecitato a riflettere in modo ironico. Il rapporto tra autore e pubblico diventa quindi esplicitamente complementare nell’intera operazione, per questo sarà importante alla fine dell’iniziativa un confronto diretto con i cittadini che hanno partecipato all’iniziativa.
Il punto di vista dell’autrice e quello del pubblico sono stati costruiti in modo volutamente “sfasato”, in modo che si percepisse chiaro la “rotazione del punto di vista” e la molteplicità di prospettive proprie della lettura della realtà.
Poste queste premesse le schede di lettura sono state pensate e progettate per essere fruite direttamente ed esclusivamente in una scena specifica, in un luogo specifico: inutile leggerle estraniandole dalla collocazione per la quale sono state scritte, poiché vivono in sua stretta connessione.
Sarebbe quindi privo di senso leggere le schede seduti in poltrona.
Per una corretta comprensione occorre infatti che siano contemporanee la doppia azione della lettura e del guardarsi attorno, dell’osservare (guardare e leggere, guardare e ascoltare).
Qualche mese più tardi, nell’estate del 2006, il progetto è stato riproposto al Comune di Verbania in occasione di Arthena Festival
L’autrice e alcuni collaboratori installano una postazione nei punti prescelti della città, cambiando luogo ogni giorno, nel corso della settimana in cui si svolge il progetto. Fermano i passanti e propongono loro di parteciparvi.
Lettura, scrittura, scambio dialettico, confronto e distribuzione finale del lavoro fatto “insieme” (le schede scritte dall’autrice e quelle in dialogo con il pubblico).
Con le schede scritte dall’autrice e da quelle create dai cittadini abbiamo costruito un libro che abbiamo distribuito gratuitamente a tutti i partecipanti, quando ci siamo incontrati una settimana circa dalla fine della raccolta, alla Fabbrica del Vapore.