Nathalie Djurberg-Hans Berg -I-

Personaggi

Uno degli elementi imprescindibili di ogni drammaturgia sono i “Personaggi” e a questo proposito dedichiamo questo articolo  al lavoro di Nathalie Djurberg e Hans Berg e alle creature bizzarre, sgradevoli, barocche, inquietanti e in pirotecnica evoluzione fuori e dentro le cornici di video e spazi espositivi canonici e non.

Esseri surreali, grotteschi, animaloidi, un’umanità di plastilina piegata, rattrappitta, estesa, srotolata di volta in volta a seconda delle esigenze “di scena”, o piutto, del set animano ormai da quasi vent’anni il mondo immaginifico creato da Djurberg e sonorizzato da Berg.

Corpi di creta, resina, plastilina, schiume, strutture portanti in ferro che si muovono per costruire storie che costruiscono un corrispettivo di aforismi visivi giustapposti, o di allegorie, un trionfo di grovigli e sorprese, fino allo stordimento. Stupore, meraviglia, crudeltà, ironia, grottesco.

Dettaglio di "We are not two we are one" di Nathalie Djurberg-Hans Berg. 2008
Dettaglio di “We are not two we are one” di Nathalie Djurberg-Hans Berg. 2008

Molto colore che lenisce e rappacifica l’animo, nonostante quel che gli occhi vedono. Da questo punto di vista l’effetto ipnotico è accresciuto dal suono che scorre con fastidiosa banalità. I personaggi che agiscono nei set delle videoinstallazioni, sono composti da una struttura in metallo rivestita di creta o di plastilina, a seconda delle esigenze Prendono vita sullo schermo grazie alla tecnica dello stop-motion, ovvero attraverso innumerevoli scatti che compongono sequenze di fotogrammi adatti ad essere montati in video.

A dispetto di quello che si può dedurre dai video, in un’intervista Djurberg sostiene che non le piace provocare le persone, che il suo desiderio più profondo è “non provocare nessuno”. In realtà, chi guarda i video è costretto a fare i conti anche con il proprio inconscio e con le problematiche più complesse, i nodi e i pesi che ognuno porta dentro di sé.

N. Djurberg-H. Berg: The parade
N. Djurberg-H. Berg: The parade

In “Tiger licking grl’s butt” (durata 2’15”, 2004), una tigre, appunto, è intenta a leccare le natiche di una ragazza nuda che si sta asciugando. Entrambi i personaggi, sono collocati in un set “domestico”. Una stanza, probabilmente da letto, di cui si intravede il pavimento a scacchiera bianco e nero (che ritorna anche in altri lavori) e una porzione di parete ad angolo, rivestita di tappezzeria con disegni floreali sui toni del rosa e del grigio.

Anche in questo caso, il rivestimento delle pareti con elementi geometrici, o floreali, è una costante nella costruzione degli ambienti che accolgono l’azione. Gli “attori” sono modellati in creta e dipinti di rosa carne con capelli castani (la ragazza) e di arancio tenue tigrata (il grande felino).

“A journey through mud and confusion with small glimpses of air’ (2018), realizzato per il Moderna Museet di Stoccolma, come raccolta del lavoro del duo Djurberg-Berg, prevede una complessa presenza di personaggi composti da volatili e di fiori, tridimensionali di varie grandezze, molto colorati, realizzati con tecniche miste. L’impatto visivo è molto forte e anche quello psicologico, come promette il titolo che, da questo punto di vista, mantiene le aspettative di un viaggio nella melma più melmosa dell’inconscio di ognuno.

Cinque videoinstallazioni sono presenti, accanto a vere e proprie sculture tridimensionali inserite nello spazio espositivo. Realizzate con la consueta tecnica dello stop-motion, il viaggio “attraverso il fango e la confusione”, con “piccole boccate d’aria” evocato dal titolo è il percorso che il visitatore può fare attraverso la raccolta delle opere in mostra, dove l’uso del colore vivace e giocoso è l’antidoto alla crudeltà e all’inquietudine delle storie narrate.

Le immagini grottesche e surreali accostano personaggi del mondo animale e vegetale che si animano, così come una luna dotata di arti che saltella sul comignolo di una capanna nel mezzo della foresta dove si aggira un porcellino goloso…

In “Snake with a mouth sewn shut” l’immagine di una orripilante donna-serpente si contorce, divorata da serpenti e la sua immagine si alterna un’altra donna in decomposizione che assume forme da ragno, scheletro di ragno, rettile. Entrambe contrapposte alla beata innocenza di un infante che si rotola e dondola nella culla.

N. Djurberg-H. Berg: un frame dal video "Dark side of the moon"
N. Djurberg-H. Berg: un frame dal video “Dark side of the moon”

Nella realizzazione di questo video, particolarmente complesso, i testi appaiono scritti con il gesso sulle pareti scure della stanza in cui è collocata la scena. Una stanza che è un modellino di discrete dimensioni, grande abbastanza da permettere a Djurberg di aggirarsi agevolmente seduta sul suo pavimento.

In altri casi i personaggi in creta indossano costumi in stoffa. I set sono sovente interni, con pareti rivestiti di carta da parati e pavimenti a scacchiera, senza finestre, lunghi corridoi, angoli, locali claustrofobici e opprimenti. Nell’installazione in mostra a Stoccolma, si tratta di un party, dove gli invitati sono enormi uccelli colorati, ci sono piatti disposti su un tavolo.

In “Delights of an indirected minds”  si muovono personaggi dai colori sgargianti modellati con la plastilina. Giraffe, coccodrilli, tigri, foche a pois, dinosauri, volpi con merletti, topi e forme di gruviera, donuts che vengono alimentati al centro come se avessero una bocca da una specie di ungulato sdraiato intento a versarsi il caffè.

(prosegue)

Un frame dal video di N. Djurberg-H. Berg "One needs not do be a house. The brain has corridors."
Un frame dal video di N. Djurberg-H. Berg “One needs not do be a house. The brain has corridors.”

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