Sta per iniziare ufficialmente il Secondo Atto di “Nidi, nodi. Fluidi” e in questi giorni ci stiamo occupando degli allestimenti dei differenti percorsi espositivi visitabili fra il 6 e il 26 luglio nei Comuni di Alto Sermenza – sede della prima inaugurazione ufficiale – Carcoforo, Civiasco, Rimella e Rossa.
Seguiranno nel 2024 altre due inaugurazioni a Carcoforo (14 agosto) e a Rossa (28 settembre), sempre con la contemporanea presenza di percorsi espositivi nei rimanenti Comuni aderenti al progetto.
Questa fase è pensata in modo che tutti gli abitanti di ciascun paese possano vedere ciò che è stato fatto negli altri Comuni aderenti al progetto, grazie alla costruzione di una tournée che permetta di osservare, confrontarsi con quel che pensano e percepiscono i “vicini” e i meno “vicini” abitanti della valle.
La valorizzazione di punti di vista e percezioni differenti rispetto a un contesto geografico e paesaggitstico è fondamentale per comprendere i rapporti che legano gli abitanti a un territorio. Inoltre, attraverso questo lavoro di indagine è emerso un legame unificante riconoscibile in tutti gli abitanti della valle: quello con la montagna che la domina, il Monterosa.
“Monterosa è casa” è stato scritto in una scheda e considero questa frase il simbolo del rapporto che costituisce il denominatore comune fra i residenti di queste montagne, ma anche di quanti abitano nel fondovalle, nella bassa e media Valsesia. L’orizzonte con la sagoma inconfondibile del Monterosa rappresenta per moltissimi l’idea di “casa”, di famiglia, di luogo delle origini.
Una specie di richiamo verso qualcosa di solido e familiare, una presenza forte e amata. L’inizio del Secondo Atto mette l’autrice di fronte a tutto il materiale raccolto nel corso delle residenze estese per mesi, distribuiti con pause lungo l’intero anno. Sta arrivando anche il momento di trarre alcune considerazioni di tipo concettuale riguardo al lavoro nella sua interezza.
Emergono in modo sempre più chiaro la complessità e la ricchezza dei diversi dati raccolti, uno stimolo che serve ad avviare riflessioni su aspetti diversi del territorio, del paesaggio, dell’ambiente domestico, sulle preferenze e sui caratteri dei “personaggi” coinvolti in questa operazione, ovvero gli abitanti stessi.
In particolare, per esempio, emerge in modo evidente la considerazione completamente diversa riservata agli alberi. Per la maggior parte degli abitanti dell’alta valle questi ultimi sono elementi utili e funzionali a costruire case, o a scaldarle. Al contrario, per i cittadini e quindi per i villeggianti storici, gli alberi sono elementi con caratteristiche prettamente estetiche.
Sul piano progettuale la costruzione della tournée offre la possibilità sul piano progettuale a un continuo stimolo di riadattamento e di reinterpretazione delle singole opere in rapporto agli spazi espositivi, sempre diversi e soprattutto molto diversi da quelli originali in cui sono nate e sono state esposte.
Questa “adattabilità” dell’opera a contesti spaziali diversi, pur restando comunque in un contesto site specific, costituisce una sfida in quanto stimola a ripensare continuamente sia la disposizione dei singoli pezzi, sia la loro valorizzazione attraverso la collocazione più adatta, sia la possibilità quindi di ricreare la forma stessa di molte delle opere in mostra, accentuando le loro caratteristiche di trasformazione.
Le opere, in effetti, diventano di volta in volta nuove, proprio grazie al continuo variare dei luoghi che le accolgono e questi ultimi, nella loro diversità stimolano la ricerca di nuovi significati, accentuano, rafforzano il significato stesso di ciascun lavoro.
Il fatto che le opere girino in paesi differenti rispetto a quello in cui sono nate dà modo inoltre ai residenti di effettuare visite reciproche, anche sul piano istituzionale, così da consolidare, rafforzare, o intrecciare rapporti fra le diverse comunità, poste a breve distanza in linea d’aria, ma non sempre sul piano stradale.
I collegamenti, per la conformazione del territorio, costituito anche da gole strette e profonde, richiedono un certo periodo di tempo per essere stabiliti con l’automobile e questo è una problematiche a cui è impossibile porre rimedio, ma è possibile creare situazioni in cui i contatti avvengono e si creino momenti di scambio costrutttivo.
I percorsi espositivi saranno allestiti in spazi di proprietà comunale e saranno collocati rispettivamente:
Alto Sermenza – Posto Tappa GTA Obru Mattu, RIma, (dal 6 luglio)
e presso Alpe Campo Rimasco (dal 14 agosto)
Carcoforo: ex negozio alimentari, da me battezzato Nuova Art-Gallery, via centro, sopra ambulatorio (dalle 10.00 alle 19.00)
CIviasco: Palazzo Durio, via Durio 19. (su prenotazione, info Comune di Civiasco)
Rimella: casa Omodei, di fronte al Municipio, a fianco della chiesa parrocchiale di San Michele (dalle 10.00 alle 18.00)
Rossa: Teatro. (su prenotazione, info Comune di Rossa 0163 75115)
Nidi, nodi. Fluidi è un progetto di drammaturgia montana partecipata di Sonia Arienta, curato da Gabi Scardi, con il contributo dei Comuni di Alto Sermenza, Carcoforo, Civiasco, Rimella, Rossa, e di Fondazione CRVC, il coordinamento di Unione Montana dei Comuni della Valsesia e Fondazione Valsesia. Partner sono ATL Varallo, l’Ente gestione aree protette della Valsesia, Palazzo dei Musei di Varallo, Centro Studi e Documentazione Giovanni Turcotti e Liceo Artistico Carlo d’Adda.