Nel corso della residenza artistica a Rimella (VC), il cui territorio per buona parte è inserito del Parco dell’Alta Valsesia (Ente Gestione Aree protette Vallesesia), ho avuto modo di esplorare alcuni luoghi molto interessanti, per quanto tutti i punti più in alto non erano raggiungibili con l’attrezzatura che avevo con me, a causa delle recenti nevicate, piuttosto sorprendenti, dato il periodo (aprile avanzato) e l’altitudine (inferiore ai 2000 metri nella maggior parte dei casi).
Se altre zone montane del Piemonte Orientale non distanti in linea d’aria – la Valgrande in particolare – di solito a quest’epoca sono sgombre di neve a quote analoghe, sulle alture di Rimella ho trovato numerosissimi canaloni occupati da valanghe che ho potuto attraversare con ramponcini e più in quota lunghi traversi ricoperti di neve pesante.
Un altro fattore da tenere presente è anche la portata d’acqua dei torrenti, lungo i sentieri segnalati. In alcuni casi è impossibile guadare nel punto previsto e occorre cercare varianti che allungano anche di molto il cammino!
Drammaturgia montana significa anche scoprire i luoghi più adatti ai percorsi espositivi, pensati sempre su misura del Comune ospite, delle abitudini dei suoi abitanti e della frequentazione dei visitatori dal fondovalle. In questo caso mi è stata segnalata dalle istituzioni locali un’abitazione storica, recentemente acquisita dal Comune.
In particolare utilizzeremo le due stanze poste al piano rialzato, una delle quali, vi anticipo, dotata di un elegante caminetto in marmo, pronte a essere rimesse a nuovo (o quasi) per l’occasione, in attesa di un restauro integrale dell’intera abitazione, di per sè piuttosto grande.
Significa anche osservare con attenzione le caratteristiche architettoniche delle case più antiche e, in generale, erette fino a un centinaio di anni fa, alla ricerca di materiali e tecniche costruttive tipiche del territorio e che aiutano a comprendere meglio come le persone si relazionavano agli elementi che avevano a disposizione, come attualmente il paesaggio stia cambiando, in quale direzione.
Una delle soluzioni più sorprendenti, per esempio, riscontrate a Rimella, in alcuni esempi tuttora visibili, è l’incapsulamento dell’abitazione in legno – tipicamente walser – in una di pietra, a prova di incendio. Molte case, infatti, andavano perdute proprio a causa del materiale con cui erano costruite. Così, la soluzione al problema, a costo contenuto, è stato il “rivestimento”. Una casa a strati, in sostanza: calda all’interno, più solida e “inattaccabile” dalle fiamme all’esterno.
Per quantoriguarda la trasformazione del paesaggio, invece, un tratto comune alla maggior parte dei piccoli comuni di montagna che ho visitato per il progetto, avere un territorio particolarmente boscoso, in sostituzione progressiva dei pascoli di bassa e media quota. Con la decrescita degli allevamenti a conduzione famigliare, un tempo diffusissimi, la natura ha ripreso il sopravvento e gli alberi si diffondono di nuovo.
Da questo punto di vista sono andati persi, in modo più o meno rilevante, a seconda dei luoghi visitati, anche i campi terrazzati e adibiti un tempo a coltura, ma a Rimella in alcuni casi si stanno rimettendo a coltura, in modo sorprendente, in posti dove non ci si aspetterebbe, perché ciò avviene in frazioni o addirittura in alpeggi sopra i 1400 metri.
Una delle piante coltivate a Rimella per tradizione era la canapa con cui si producevano filati e tessuti, a livello domestico, insieme alle patate. Al momento ho visto alcuni campi di granoturco e più in alto mi sono stati indicati, appunto, terrazzamenti creati per coltivare patate e che dovrebbero essere riutilizzati.
Ma stanno iniziando anche altri esperimenti di coltivazione, per esempio con le piante officinali, in terrazzamenti preesistenti, anche in questa occasione, recuperati con tanta fatica e molto entusiasmo, su versanti ben esposti e soleggiati.
Il recupero di aree un tempo coltivate e, in alcuni casi, anche di vecchi alpeggi è un timido segnale, ma onnipresente nelle aree visitate, di una ripresa di interesse per il territorio da questo punto di vista, con le sue peculiarità e la sua conformazione che non fa sconti alla fatica e alla difficoltà di coltivazione.
Chi sceglie di abitare questi ambienti, sia perché vi è nato , sia perché li ha scoperti a un certo punto della vita, è molto motivato e disposto ad “allontanarsi” da certe comodità di vita che a molti sembrano irrinunciabili (ma non è detto che lo siano davvero).
D’altra parte, fra le fortune di Rimella ci sono la sua vicinanza a Varallo, la sua perfetta connessione internet, a differenza di altri luoghi montani, la presenza di un ambulatorio medico, di ben tre punti di ritrovo (bar-ristoranti e in due casi anche albergo) e di un ufficio postale, elementi che permettono di poter godere della bellezza dei suoi panorami e al contempo del collegamento regolare con il resto del mondo.