Disorientamento cromatico e drammaturgia urbana

Dopo due settimane di azioni performative legate al mio progetto di drammaturgia urbana “L’eleganza del nero”, atto secondo di “Atti di fede (ovvero gli Esercizi di Ignazio)”  presso lo spazio di Edicola Radeztky a Milano e di osservazione delle reazioni dei passanti ho l’opportunità di avanzare alcune riflessioni.

L’architettura dell’Edicola, spazio dedicato all’arte contemporanea in Darsena (zona 6) a Milano, è noto agli operatori culturali/artistici della città e agli addetti ai lavori, ma del tutto ignoto alla maggior parte dei passanti che transitano da quelle parti, uno dei luoghi in sé più frequentati della città, dato che si trova al centro della “movida” legata ai Navigli.

Sonia Arienta, installazione "L'eleganza del nero", atto secondo di Atti di fede tragicommedia in più atti, Edicola Radeztky, Milano
Sonia Arienta: “L’eleganza del nero”, installazione e azioni performative c/o Edicola Radeztky, Milano.

L’installazione, pensata come un work in progress varia ogni giorno, i cambiamenti sono facilmente riconoscibili perché investono la colorazione dell’intera facciata dell’Edicola, che pur di ridotte dimensioni, è comunque visibile da lontano, su tutti i lati della Darsena. A fronte di queste premesse, quali sono e quali sono state finora le reazioni dei passanti “ignari”?

Ciò che è emerso, almeno fino ad oggi, è la curiosità, l’interesse dei visitatori stranieri e dei bambini per l’azione performativa in atto, o per l’installazione in sé. Nella maggior parte dei casi gli adulti italiani di ogni fascia d’età camminano senza rendersi conto di quello che vedono.

Mi ha colpita in particolare la reazione di una madre che ha cercato di spiegare in modo surreale al figlio, un bambino in età da scuola primaria che il lavoro era una “poesia”, salvo rimanere disorientata quando il figlio ha iniziato a leggerela ripetizione della parola “zucca” o della parola “autunno” scritta in azzurro cyan.

Non ha quindi percepito lo scollamento fra il significato e il colore della parola, la sua rappresentazione grafica e cromatica. Il disorientamento da me previsto è in realtà una reazione che può scattare se e solo se gli occhi e il cervello comprendono che si trovano di fronte a informazioni contrastanti fra significato e codificazione cromatica attribuita al medesimo.

Sonia Arienta, installazione "L'eleganza del nero", atto secondo di Atti di fede tragicommedia in più atti, Edicola Radeztky, Milano
Sonia Arienta: “L’eleganza del nero”, installazione e azioni performative c/o Edicola Radeztky, Milano.

Al di là della disattenzione di fondo, all’incapacità di osservazione piuttosto grave, emersa nelle persone che frequentano la zona, nelle ore notturne e nei giorni festivi, soprattutto, si colloca anche la difficoltà nel cogliere informazioni sorprendenti, dettagli in ciò che si vede.

Se ci sono persone che passano senza volgere nemmeno uno sguardo di curiosità di fronte a una gigantesca lanterna rossa e gialla, di fronte a loro, men che meno ci si può aspettare che si accorgano della scritta contrastante rispetto al colore che denota. La maggior parte delle persone, purtroppo, non vede, non guarda, non coglie le sollecitazioni.

Queste reazioni sono interessanti perché evidenziano precisamente gli effetti della comunicazione di massa e della società dei consumi. Le persone che arrivano in Darsena il sabato, la domenica, le sera di ogni fine settimana e dei giorni feriali ha come unico intento quello di divertirsi, cercare il locale più consono alla loro idea di cibo/bevande.

Non solo, anche nel momento in cui gli occhi innocenti e ricettivi di un bambino chiedono al genitore di spiegare di che cosa si tratti quella concentrazione di colori, come è capitato sabato scorso, il padre incapace di dare una risposta  e senza volontà di approfondire – avvicinandosi alle didascalie appese ai vetri – ha liquidato la questione dicendo che forse si trattava di un negozio e che in generale non sapeva dare una risposta.

Sonia Arienta, installazione "L'eleganza del nero", atto secondo di Atti di fede tragicommedia in più atti, Edicola Radeztky, Milano
Sonia Arienta: “L’eleganza del nero”, installazione e azioni performative c/o Edicola Radeztky, Milano.

La soluzione più semplice, avvicinarsi per capire meglio, non è stata nemmeno presa in considerazione. Significativo è pensare che l’installazione potesse essere un “negozio”, cioè una qualche attività commerciale di cui peraltro è strapieno il luogo. In sostanza, la maggior parte delle persone che transitano  per una certa tipologia di spazi urbani, vive prigioniera in una gigantesca bolla senza rendersene conto.

La manipolazione delle menti e la spersonalizzazione degli individui ai quali viene data l’illusione di essere unici nel loro individualismo ed egocentrismo narcisista alimentato dai social è evidentemente molto grave, soprattutto perché è difficile che queste persone accettino e comprendano la loro pericolosa situazione.

Elemento di ulteriore gravità è che la maggior parte dei giovani italiani appartiene a questa categoria. I ragazzi francesi, inglesi, americani in transito sono stati invece molto più ricettivi e attenti a quello che avevano davanti agli occhi, probabilmente anche per un discorso legato al linguaggio, alla sua decifrazione.

“That’s cool” è stato più volta pronunciato, ma al di là del complimento che fa comunque piacere, è importante che ci siano segnali di curiosità almeno da parte di giovani che esplorano paesi stranieri e osservano quello che incontrano con occhi capaci di guardare.

Sonia Arienta, installazione "L'eleganza del nero", atto secondo di Atti di fede tragicommedia in più atti, Edicola Radeztky, Milano
Sonia Arienta: “L’eleganza del nero”, installazione e azioni performative c/o Edicola Radeztky, Milano.

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