Diario di bordo. Civiasco II

Diario di bordo da Civiasco.

E’ passata una settimana e il cielo è sempre grigio, o denso di nebbia, o di pioggia. Le perturbazioni atlantiche sono finalmente arrivate e sono benvenute, naturalmente, ma creano qualche problema a chi ha a disposizione un numero di giorni di permanenza stabiliti e ha bisogno di sole per fare fotografie che rendano giustizia al paesaggio e all’architettura del luogo…

In attesa di miglioramenti meteo, proseguono gli incontri con gli abitanti e le interviste, dal mio ufficio provvisorio al bar-circolo del paese. Ho raccolto un buon numero di schede, anche se non ho ancora completato il lavoro e ho iniziato a farmi un’idea di quali siano le preferenze degli abitanti per i luoghi naturali, spazi pubblici e domestici.

Una foto di Sonia Arienta effettuata a Civiasco, dettaglio di un palazzo nobiliare, durante la residenza artistica per ilil suo  progetto di drammaturgia montana partecipata "Nodi, nodi.Fluidi"
Sonia Arienta: dettaglio di palazzo nobiliare, nel centro del Comune di Civiasco in Valsesia (VC)

Le giornate – anche a causa del tempo poco favorevole – trascorrono all’interno del locale, dove posso incontrare le persone che arrivano, chiacchierare con loro, rivolgere le “domande di rito” previste dalla scheda. Nella maggior parte dei casi preferisco compilare le risposte trascrivendo ciò che mi dice la persona intervistata.

A differenza di altri Comuni il numero di pensionati che frequenta il bar-circolo è limitato, in compenso è più elevato il numero di donne che vi entrano abitualmente. La visione che ho in questo momento è comunque particolare, parziale per certi versi, posto che la stagione turistica è finita e il paese è ormai frequentato in prevalenza solo dai suoi abitanti.

Turisti di passaggio, cercatori di funghi, cacciatori costituiscono eventuali presenze esterne che si possono incontrare soprattutto nei fine settimana; nei giorni feriali si incontrano soprattutto lavoratori di ritorno dalle aziende nelle quali sono impiegati.

Fotografia di Sonia Arienta, ripresa durante il suo progetto di drammaturgia montana partecipata "Nidi, nodi. Fluidi", in Valsesia. Palazzo spagnolo
Sonia Arienta: palazzo spagnolo di Civiasco.

Uno degli elementi che mi sembra si stiano delineando è la forte attrazione-attaccamento per tre ambienti: le frazioni (Machetto, Campolungo, PIandellavalle), il parco giochi (soprattutto molto gettonato dai ragazzi e dai bambini) e gli alpeggi che sorgono sul versante più occidentale, alla destra orografica del torrente Pescone.

In particolare l’alpeggio preferito sembra essere l’alpe Lincé (circa 900 m slm) e alcuni luoghi ora molto diversi rispetto un tempo: Piana Venza (Pianavensh in dialetto), Miè, Peracino. Si tratta di terreni un tempo adibiti a pascoli e coltivazioni – la specialità di Civiasco erano i frutteti – e ora ricoperti di boschi.

La recente “riconversione” spontanea è testimoniata dalla ancora ridotta circonferenza degli alberi. In una frazione retrostante il centro del paese c’erano terrazzamenti per frutteti, adesso restano ancora alcuni esemplari antichi di piante da frutto, in parte inselvatichite.

Fotografia di Sonia Arienta, ripresa durante il suo progetto di drammaturgia montana partecipata "Nidi, nodi. Fluidi", in Valsesia. Palazzi nella nebbia
Sonia Arienta: Palazzi nella nebbia, a Civiasco (Valsesia, VC)

Il castagno è uno degli alberi simbolo di Civiasco, in effetti, ricci maturi si trovano in ogni angolo delle strade circondate da boschi – dato che siamo nella stagione giusta per la raccolta…Eppure, nè onostante questa presenza che non passa inosservata – il mio assistente è molto impegnato a evitare di pungersi i polpastrelli delle zampe – attualmente è poco considerata in termini di coltivazione e uso dei suoi prodotti.

A parte l’attrazione per alpeggi e boschi, gli abitanti esprimono – come negli altri comuni – un forte legame affettivo con il territorio, si mostrano quindi poco inclini a trasferimenti, specie a largo raggio. Se proprio dovessero allontanarsi dal paese d’origine lo spostamento riguarda altri paesi della valle, posti in posizione più centrale, lungo la direttrice principale.

Ancora una volta quindi emerge la volontà di restare nel paese scelto, proprio per le caratteristiche che lo contraddistingue, soprattutto in un luogo come Civiasco raggiungibile in modo rapido dal “capoluogo” dell’alta Valsesia, Varallo, nonché linea di confine immaginaria con la parte più bassa della valle.

Fotografia di Sonia Arienta, ripresa durante il suo progetto di drammaturgia montana partecipata "Nidi, nodi. Fluidi", in Valsesia
Sonia Arienta: Panorama dall’alto dall’abitato di Civiasco.

I boschi che circondano Civiasco, faggi e castagni in particolare, si confondono con boschi più recenti, sviluppatisi negli ultimi decenni, a partire dagli anni Ottanta e Novanta del XX secolo quando le colture e soprattutto i pascoli sono andati scemando. A mano a mano che gli alpeggi sono stati abbandonati le piante hanno preso il sopravvento.

Ci si trova quindi di fronte a un paesaggio molto selvaggio, simile all’aspetto mostrato prima che si sviluppasse la pastorizia. La vegetazione ha preso il sopravvento, cancellando il lavoro di “addomesticazione” del territorio, al contempo strade asfaltate si snodano attraverso i boschi.

La riappropriazione da parte degli alberi di terreni prima adibiti a fornire nutrimento per il bestiame è una delle conseguenze più evidenti dell’abbandono delle attività agricole e pastorali. In questo ambiente restaurato e ricollocato indietro nel tempo, la fauna selvatica, compresi i grandi predatori, si sente protetta, immersa in un ambiente congeniale.

Fotografia di Sonia Arienta, ripresa durante il suo progetto di drammaturgia montana partecipata "Nidi, nodi. Fluidi", in Valsesia. Assistente con ammanite muscaria gigante
Sonia Arienta: Il mio assistente con ammanite muscaria nei boschi attorno a CIviasco (Valsesia, VC)

Durante le esplorazioni per acquisire immagini “su commissione” degli abitanti, in risposta alla mia richiesta di indicarmi i loro luoghi preferiti e fotografarli (o farseli fotografare) ho incontrato funghi strani e alcuni esemplari giganti…Ho raccolto storie di lupi, capre, ramarri, volpi….

Tutto il materiale raccolto in questi giorni di permanenza sarà visibile a partire dal 7 dicembre prossimo, fino al 31 gennaio nella sala polivalente del Comune di Civiasco….(rimanete in contatto!).

Fotografia di Sonia Arienta, ripresa durante il suo progetto di drammaturgia montana partecipata "Nidi, nodi. Fluidi", in Valsesia. Ammanite Muscaria gigante
Sonia Arienta: ammanite muscaria gigante

2 thoughts on “Diario di bordo. Civiasco II

  1. Giuseppina Ghisio says:

    Ciao Sonia, ho letto con piacere i tuoi pensieri, le tue impressioni su Civiasco e ho molto apprezzato anche le immagini che hai scattato durante il tuo soggiorno. Direi che hai reso onore all’amato paesello! Ci vediamo il 7 dicembre, buon lavoro! Pinuccia Ghisio

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