Martedì primo agosto abbiamo inaugurato la seconda tappa di “Nidi, nodi. Fluidi” e l’abbiamo fatto a Rassa (VC), in cinque punti del paese, a partire dalla Segheria-Ecomuseo del Legno. E’ stato un momento molto coinvolgente ed emozionante perché c’è stata una partecipazione sentita della popolazione.
Gli abitanti e i villeggianti di lungo corso coinvolti direttamente nel progetto sono intervenuti insieme agli altri visitatori e abbiamo con piacere spiegato a tutti i partecipanti come fossero stati “tradotti” i loro contibuti verbali in opere realizzate con linguaggi diversi, dalla fotografia, all’installazione, al testo.
Siamo partiti dalla Segheria non tanto perché sia lo spazio espositivo privilegiato di Rassa, ma perché rappresenta un edificio molto rappresentativo per la comunità, posto che richiama l’importanza rivestita dalla lavorazione del legno nell’economia locale e al contempo rimanda la complessità, la contraddittorietà stessa del rapporto con gli alberi da parte degli umani.
Infatti, gli alberi sono percepiti dagli abitanti come una presenza importantissima nella loro essenza di esseri viventi e al contempo sono considerati un’altrettanto fondamentale presenza come materia prima per costruzioni e riscaldamento…
Per tornare all’opera in mostra, si tratta di un intervento volutamente realizzato in modo da consentire un accesso senza barriere, senza vincoli di orari, senza necessità di prenotazione (o biglietto), visibile da più punti di vista e incentrato sulle risposte raccolte fra gli intervistati in merito alla domanda “Qual è il vostro albero preferito?”.
Ho rielaborato i dati e realizzato un’installazione che rispecchiasse sia le preferenze date a singoli alberi, sia la fragilità dei medesimi e ho così suddiviso i lavori in due luoghi confinanti: la Segheria e la sua fucina. In quest’ultimo luogo il materiale utilizzato è esposto in parte alle intemperie.
In particolare, le scritte possono essere “lavate” dalla pioggia (o dalla grandine) in questi due mesi circa di permanenza (ricordiamo che l’esposizione terminerà il 30 settembre), ma fa parte dei concetti sottostanti a quest’opera che desidera evidenziare la temporaneità e la fragilità degli alberi, oltre alla loro presenza, alla loro imponenza, o forza.
Il trascorrere del tempo, infatti, così come l’intervento imprevisto degli elementi scatenati (pioggia, vento, grandine), anche oltre misura a causa del cambiamento climatico, sono fattori che incombono sulla vita degli alberi, in quanto esseri viventi, così come sulla nostra esistenza.
Un altro punto forte del percorso è l’installazione collocata nel vecchio lavatoio, in disuso fino a qualche giorno fa, ovvero finché abbiamo deciso di “riportarlo in vita”, grazie al lavoro di recupero fondamentale eseguito insieme al Vicesindaco di Rassa, Renato Calzino che ringraziamo tantissimo per l’impegno, l’entusiasmo, la sensibilità, la generosità, i consigli e l’aiuto che ci ha dato in questi giorni.
Il lavatoio è stato costruito negli anni Cinquanta o Sessanta ed è rimasto in uso fino agli anni Ottanta, per poi subire un progressivo processo di decadimento. Quando ci sono entrata per la prima volta – posto che sono attratta dai lavatoi – era rivestito di ragnatele e fango depositato negli anni durante le piene del torrente Sorba.
L’acqua nelle vasche era torbida e c’era uno strato di deposito limaccioso sul fondo. Alcuni vetri erano per metà rotti. Il giorno dell’inaugurazione i visitatori hanno visto un luogo che porta certamente i segni del tempo, le cicatrici lasciate dagli anni – e questo è il suo fascino – ma “ripulito” quel che serve per poterlo visitare, con le vasche comunicanti ripristinate nelle loro funzioni, l’acqua limpida e il fondo chiaro.
Adesso ospita l’installazione “Nidi II” e racconta quale sia la percezione del luogo da parte di chi lo frequenta e lo vive quotidianamente da anni. Infatti, in questo caso, l’installazione collocata in loco contiene le risposte datemi dagli abitanti alla richiesta di scrivere una parola che veniva loro in mente nel pensare a Rassa.
La tappa successiva del percorso è stato il locale comunale, aperto sempre al pubblico, posto sotto i portici del Municipio (in via Marconi 34) e noto in paese come “baretto senza oste”, dato che è presente un distributore automatico di bevande calde, presenza necessaria nei giorni di riposo del bar nei mesi invernali e fuori stagione, in genere.
Questa piccola stanza ospita sulla parete d’entrata, sulla sinistra, “Bacheca pubblica” realizzata insieme agli abitanti invitati a inviare la foto del loro luogo preferito a Rassa e dintorni, o a incaricarmi di andare a fotografarlo al posto loro.
Grazie a questa richiesta ho così potuto visitare ambienti montani davvero interessanti e belli, come l’Alpe Prato, il Colle del Loo, il lago della Seia, il laghetto, l’alpeggio Sorbella, il lago della Lamaccia. Accanto ai luoghi esterni, ci sono le descrizioni degli ambienti domestici preferiti dagli abitanti (l’installazione “Nidi I”) e, infine, “RIvelazioni nascoste”, un libro-atlante degli elementi del paesaggio necessari per essere sereni, dal punto di vista dei residenti e dei villeggianti storici, abituati a soggiornare in paese da decenni.
Il percorso è proseguito verso la pensilina-casetta di attesa dell’autobus soppresso, riallestita in veste di “Pensatoio geografico”. Il luogo, corredato di cartine dal Comune e informazioni turistiche, è stato “rivestito” e trasformato in modo da diventare un luogo di ritrovo per chi desidera pensare e programmare viaggi, scoprire quali sono i luoghi favoriti dell’immaginario dell’intera comunità.
Dopo un’ora e mezza di vagabondaggi, spiegazioni e chiacchiere, infine, davanti alla Ca’ dla Cresta dove è stato allestito un appunto visivo (“Rivelazioni nascoste”), da sviluppare in seguito ci siamo congedati dai visitatori che ringraziamo tantissimo per l’interesse, la partecipazione e il coinvolgimento mostrati.
A questo link potete vedere l’intervista che Lorella Morino, responsabile dell’Ufficio Stampa di Unione Montana dei Comuni della Valsesia ha realizzato il primo giorno in cui sono arrivata a Rassa, per Novara Oggi:
https://www.facebook.com/watch?v=199478866082286