Dopo un paio di settimane dedicate alle esplorazioni del territorio, agli incontri con gli abitanti, per la maggior parte avvenuti in modo casuale, ma non troppo, nel senso che sono stati individuati i luoghi di passaggio abituali, frequentati dai residenti, è arrivato il momento di pensare e scegliere la collocazione dei primi lavori derivati dalla rielaborazione dei dati raccolti.
Da tempo mi sono stati proposti alcuni luoghi “deputati”, ma in realtà, immaginavo già che i fattori determinanti le scelte sarebbero stati impossibili da detrminare a priori. Sono i luoghi che “chiamano” e chiedono quello che si deve inserire…
Anche in questo caso, dopo aver girato molto, per tutto il Comune di Alto Sermenza che, lo ricordo è un Comune “diffuso”, risultato della fusione piuttosto recente di piccoli paesi, ho individuato cinque luoghi che mi sembrano particolarmente adatti ad accogliere il risultato delle tre settimane di lavoro/indagini.
Si tratta di spazi molto diversi fra loro, caratterizzati da precise funzioni e quindi adatti in qualche modo a potenziare il significato di ciascuna delle opere abbinate. Così per esempio all’Alpe Campo Rimasco sarà collocata un’installazione strettamente legata al concetto di viaggio e di immaginazione/preparazione di un viaggio, con la quale i visitatori possono interagire, in particolare immaginando situazioni appunto di viaggio e di esplorazione.
Il luogo scelto infatti offre da una parte una vista spettacolare sulla valle, dall’altro è un punto protetto, un microscopico “rifugio” (non voglio rivelare troppo).
Nell’abitato di Rimasco ci sarà invece un angolo dedicato alla “lettura” di volumi molto particolari inserito in quella che è una biblioteca in divenire, uno spazio dove si pratica il book-crossing, proprio a fianco della chiesa di San Giacomo.
Risalendo la provinciale 10 verso Rima, si incontra una terza installazione nella piccola frazione di Rima San Giuseppe: sorpassato di poco l’Albergo Nonaj, sul lato opposto della strada, c’è un luogo molto particolare, un gazebo in legno, ora a margine di una curva della carreggiata, ma risalente a un’epoca dove passavano solo cavalli.
Questo luogo e la sua storia, il suo uso nel tempo costituisce in sé un’installazione ready made. Nel senso che l’ho trovata così, già costruita e densa di significati, da pensare di usarla come protagonista di una storia, la sua storia e delle evocazioni che ne discendono. Anche in questo caso, senza anticipare troppo, la fruizione si baserà sulla lettura di un testo che si troverà in loco.
Poco oltre il gazebo ho individuato un luogo molto interessante, la pro-loco di Rima San Giuseppe, dotata di una sala multiuso in legno e pietra, nella quale si aprono ampie vetrate che funzionano in modo egregio da espositori per un gruppo di fotografie (non rivelo quali).
Se si risale, a piedi (o in macchina) verso Rima, si incontra l’ultimo luogo che ho scelto per quest’anno, ovvero il Punto Tappa GTA che arriva da Alagna verso Ovest e punta verso Carcoforo ad Est, una residenza storica, ceduta al Comune grazie a un lascito. La grande sala dedicata al co-working (curato dall’Associazione Spazi Comuni), posta a pianoterra è molto luminosa, ha una vista molto gradevole su un piccolo prato-aiuola e case in legno.
Sembra decisamente il posto adatto per presentare i lavori legati alla dimensione personale e al contempo a quella pubblica. Il lavoro si sta trasformando in una “rivelazione nascosta”, dove il privato e il pubblico si intrecciano, le condivisioni di punti di vista strettamente personali sono in realtà assicurati dall’anonimato delle risposte (solo io nel tempo ho appreso che cosa piace e non piace del luogo a una determinata persona e non lo rivelerò mai).
Queste “confessioni” mi fanno sentire molto vicina a chi me le ha fatte e molto grata e onorata per la fiducia e la disponibilità con le quali mi sono state affidate. Mi piace molto in questi giorni camminare per le frazioni diverse e poter salutare le persone, chiacchierare con loro del più e del meno, scoprire dettagli di storia locale, o personale, sia divertenti, sia dolorosi e tristi.
Sto anche iniziando a capire dove in futuro potrò andare a cercare aiuto per approfondire alcuni aspetti della vita quotidiana, delle abitudini, delle memorie dei luoghi e delle persone. Mi è capitato di incontrare per strada persone che mi hanno suggerito di contattare conoscenti che erano al corrente di eventi “interessanti”, meritevoli di attenzione.
Così come ho scoperto nuovi luoghi grazie ai suggerimenti di “esplorazioni”, o dettagli legati alle abitudini degli animali selvatici che risiedono in zona, passaggi di cervi, lupi, coyote dorati, volpi, tassi e aquile…