Atti di fede. Ovvero gli Esercizi di Ignazio.

Propaganda come cibo quotidiano.

Ho iniziato un nuovo progetto che ho realizzato durante la residenza come artista ospite presso Archivio-Viarini, incentrato sul concetto di propaganda, sulla collaborazione e la collusione di quanti non sanno o non la vogliono riconoscere, per malafede o per quieto vivere, per ignavia, per pigrizia mentale o per innaturale mancanza di anticorpi e consapevolezza.

Pagine e pagine di giornali, ore di video, di clip, di file audio, di parole e immagini costruite con l’intento di manipolare le menti altrui, a favore di grandi industrie, multinazionali, gruppi di potere. Dal petrolio, alle case farmaceutiche, dalla produzione di automobili, al cibo precotto, confezionato, agli strumenti elettronici.

Un conglomerato di oggetti e di bisogni creati dalla società capitalista, o sistemi di pensiero, credenze modellate a misura del controllo degli animi altrui, attraverso l’uso della religione, o del fanatismo, in tutte le sue diverse e anche insospettabili forme.

Nell’impossibilità di avere una pausa dall’iperproduzione di messaggi perentori, terrorizzanti, intimidatori, seduttivi/seducenti, provocatori, ovvero tutti prodotti della persuasione sleale, detta altrimenti manipolazione mentale, ho pensato fosse importante e urgente trasferire le riflessioni maturate nei miei saggi accademici anche alla mia ricerca drammaturgico-visiva.

Nasce così Atti di Fede. Ovvero Gli Esercizi di Ignazio, una tragicommedia multimediale che ho intenzione di portare avanti nel tempo, con il supporto di tecniche e linguaggi diversi, articolata appunto in più parti. La prima, ovvero Il Primo Atto si intitola Il vero colore ed è composto da una serie di Poli(t)tici componibili, di dimensioni medio grandi, dipinti a tempera, o acrilico su tessuto di nylon.

L’immagine chiave evocata dalla propaganda nella mia interpretazione è il cibo industriale, omologato, confezionato, stabilizzato, un prodotto manipolato sul piano chimico e nocivo alla salute. Linee di produzione di cibo consolatorio, cibo spazzatura, distributori automatici di bevande e snack, bevande, salse, latte sono le protagoniste.

Una seconda serie è legata invece alla propaganda a portata di mano, pronta per essere messa nel carrello e portata a casa, come uno dei prodotti confezionati prelevati dagli scaffali del supermercato. Scatole di cartone, di metallo, di plastica, contenenti cibo-propaganda da consumare a breve e a lunga scadenza.

In questi casi però, ho pensato di introdurre un elemento di disturbo nell’esposizione della merce, come se si facesse fatica a “caricare” le immagini con un computer troppo  lento, o per l’assenza di campo per la connessione internet. Dagli scaffali scompaiono così parte delle merci esposte, e restano solo le loro descrizioni affidate alle didascalie del testo alternativo (alt.test). .

Le immagini quindi spariscono e lasciano spazio alla collaborazione di chi guarda, sollecitato a completare con la propria immaginazione ciò che manca: la merce esposta in bellavista, gli oggetti del desiderio che automaticamente aumentano il loro potere seduttivo, incuriosiscono attraverso l’assenza.

Nessun packaging può competere con l’evocazione chiesta a ciascun consumatore, perché quest’ultimo si immagina il miglior confezionamento adatto al suo punto di vista. Paradossalmente celare l’immagine diventa il metodo per accrescere la brama di possesso, di accesso al prodotto.

L’ Atto Secondo si intitola L’Eleganza del Nero ed è incentrata sull’uso destabilizzante del colore, come elemento principale nell’Esercizio della vera fede. Credere quello che i gruppi di potere vogliono che si creda, fino agli estremi è un’azione determinante nell’esercizio della manipolazione.

E’ un processo al quale si perviene attraverso l’abitudine di evitare di chiamare le cose con il loro nome, attraverso il ricorso a parole sostitutive, più addomesticate, ipocrite, o political correct. Attraverso questo progressivo estraniamento dalla realtà si edulcora la medesima, si abbellisce, si trucca non solo quello che non piace al singolo individuo, ma a intere masse.

Il vero colore, Atto Primo di Atti di Fede, ovvero Gli Esercizi di Ignazio è visitabile dall’11 al 23 aprile all’Archivio-Viafarini presso Fabbrica del Vapore, su appuntamento, dalle 11.00 alle 20.00, dal lunedì al venerdì.

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