Confronto con l’Immaginario – II

Nel lavoro di raccolta degli elementi iconografici e descrittivi del paesaggio in cui vivono gli abitanti della frazione Topolò e di altre del comune di Grimacco (Seuza e Clodig in particolare), le immagini fotografiche relative ai luoghi preferiti degli abitanti lasciano il posto alle parole con le quali questi ultimi raccontano i loro interni domestici.

L’evocazione dei luoghi intimi, della propria casa è così affidata al testo scritto, alla mediazione della parola, sia per tutelare la privacy, per evitare di esporre, mettere a nudo la propria abitazione agli sconosciuti, sia perché pensiamo che questa scelta rafforzi l’impatto, il confronto e l’incontro con questi ambienti, rispettivamente da parte di chi descrive e di chi legge.

Di seguito in basso riporto così una prima porzione di appunti tratti dalle schede raccolte e che nella restituzione del progetto ho trascritto su lunghe e sottili strisce di carta patinata fino a comporre matassine di lunghezze diverse.

Installazione di Sonia Arienta intitolata "Nidi.Fluidi", realizzata per Stazione di Topolò, in provincia di Udine
Installazione di Sonia Arienta, intitolata “Nidi. Fluidi”, realizzata per Stazione di Topolò, festival in provincia di Udine.

“Il luogo preferito della mia casa è la mia camera da letto. Ha una vetrata grande tutta una parete ed essendo la mia casa in cima al paese di Seuza, posso vedere tutti i tetti delle case sottostanti e guardare lontano. Vedo Sverinaz, Costne, la chiesa di Tribil, il monte Hum. Quando piove o nevica è bellissimo stare stesa sul caldo letto e guardare fuori, lasciare che lo sguardo si perda nei boschi circostanti e sapere che non ci sono pareti ma solo un vetro trasparente che ti divide dal mondo.”

Margherita

Patrizia e Maurizio:

Il luogo preferito di casa mia a Topolò è il terrazzo/giardino; non ha niente di speciale: una legnaia rudimentale, una panchetta fatta da mio marito, un tronco adibito a fioriera una botte/tavolo,un vecchio torchio, anche questo adibito a fioriera e, a ridosso del muro della casa accanto, un rosaio con una piccola aiuola.

Questo piccolo terrazzo che dà sul “cinema” della “Stazione di Topolò” è il luogo dove, tempo permettendo, ospitiamo tutti gli amici che vogliono passare un po’ di tempo con noi,  anche per una bicchierata/mangiata/grigliata.

Patrizia e Maurizio

Il luogo preferito della mia casa è la soglia. 

Si tratta semplicemente di un gradino chiaro davanti a una porta in metallo grigia, arrugginita in alcuni punti. 

Non dà accesso a una vera e propria casa ma ad una stanza da letto con un piccolo ingresso. Non c’è la cucina, il bagno è all’esterno e in condivisione. 

Da questo gradino io cucino con un fornellino da campeggio, do da mangiare al gatto, leggo e scrivo agli amici. Scrivo anche lettere d’amore.

Dietro di me il luogo sicuro, protetto; davanti a me l’imprevisto, l’ignoto, la meraviglia.  

Il gradino è il mio privilegio di essere qui, essere ospitata a Topolò.

Morena

Quattro stanze perfettamente uguali, di dimensioni regolari, differenti tra loro solo per la destinazione d’uso; seglierne una sarebbe fare torto alle altre. In cerca di un luogo preferito esco di casa scendo per le scale esterne mi incammino lungo quello che potrebbe essere un percorso nel terreno circostante la casa. Potrebbe essere un sentiero, ma è appena accenato, segue la morfologia del terreno rispettando le inclinazioni, le piante e i vecchi muretti a secco ora rovinati in alcune parti e ricoperti di erbe e piante nate spontaneamente non curate.

Eccolo! Quello è il luogo preferito, lì dove finisce l’inclinazione del prato e inizia il boschetto. Boschetto così io chiamo una serie di piante e alberi di cui non conosco ancora il nome. Formano come una piccola fascia larga circa otto, dieci metri che arriva fino al torrente. Dal prato, con una pendenza regolare, si passa ad una zona più irregolare a tratti scoscesa. Dalla piena luce si passa ad una zona molto più ombrosa, la luce viene filtrata da foglie e rami. Anche il sentiero cambia da appena accennato e quasi rettilineo e ora si perde scendendo verso il torrente, anche se c’è l’erba alta, intuendo un percorso molto più tortuoso e in qualche modo obbligato per non scivolare o cadere. Ora i suoni sono anche più ovattati. La fine del prato coincide con l’inizio di un muretto a secco formato da grosse pietre importanti che il tempo non è riuscito a smuovere. Il muretto inizia proprio lì dove cambia la luce, i suoni, l’inclinazione del terreno, il percorso per arrivare al torrente. Immagino che chi l’ha costruito ha voluto marcare un momento di cambiamento, un momento di passaggio.

Questo posto, dove le cose cambiano, si trasformano, questo muretto è il mio luogo preferito.

Francesco

 

Sonia Arienta, installazione "Nidi.Fluidi". Stazione di Topolò (Udine)
Sonia Arienta: “Nidi. Fluidi”. Installazione. Carta, inchiostro nero, comodino. Festival Stazione di Topolò (Udine)

Il giardino foresta da attraversare per andare al torrente. Ci sono fiori e alberi e la mamma.

Amalia

Il posto che più amo della mia casa è la cucina. Una stanza di circa 4mx4m, con una porta d’entrata e nessuna uscita. Entro scendendo due scalini dall’altezza della strada, immergendomi in questo ambiente un po’ oscuro. Le piccole finestre pensate per contenere il calore, ritagliano delle minime aperture luminose. Tra le ombre dei mobili e dei fiori alla finestra prende forma una cucina che per diversi anni è stata la sola stanza abitabile, dove dormire al caldo e accogliere gli ospiti, i libri e i gatti. 4 mura, 1 porta, 1 finestre, in centro a soffitto un lampadario, una verina con bicchieri, vasi di spezie e utensili per cucinare.

Un piano cucina a gas e uno a legna sono sicuramente gli elementi più moderni nella stanza, in risalto, grazie agli elementi cromati che portano alla vita i confort e alla cucina il fuoco per cucinare. A fianco un lavandino simpatico su un mobile celeste che vorrebbe essere lo stesso delle finestre e della porta.

In centro alla stanza un tavolo di legno, sopra un vassoio con una zuccheriera, una piccola saliera e una pepiera e di solito qualche fiore.

Dora

Il luogo che preferisco di casa è la soffitta. Si tratta di una stanza divisa in due parti della scala da cui si sale per accedervi. Pavimento esoffitta sono in legno. Le pareti sono di bianco,in alcune zone scrostate, al momento rivestite per gran parte da ragnatele. Non c’è illuminazione illuminazione artificale al momento e la luce proviene da un piccolo abbaino posto sul tetto nella parte frontale della casa e da una grande finestra che si trova all’altezza del pianerottolo di metà scala. Sul davanzale di quest’ultima è possibile sedersi e godere delo sguardo sul paese di Topolò a sinistra per proseguire sui boschi e sui monti che li seguono. Da questo lato il sole fa capolino fin dal mattino presto fino alle prime ore del pomeriggio, per lasciar posto all’ombra o al calare del giorno.

La soffitta è quasi completamente vuota a parte alcuni materassi impilati sul lato sinistro della stanza, un lettino da neonato dalla stessa parte, di color bianco e design che si direbbe vintage oggi. Lì ad attendere il prossimo nascituro del paese o chissà…Dall’altro lato della stanza si trova un bob rosso per slittare quando arriva la neve e appena su dalle scale un mobiletto per macchina da cucire che attende la sua necchi, non appena ci trasferiamo definitivamente lì.

Sono presenti altre nove finestrelle distribuite con regolarità lungo il perimetro della soffitta a rima vista vien voglia di murarle per eliminare gli spifferi e perché si trovano ad altezza piedi oltretutto sono tutte adombrate da dei vecchi scuri malconci, chiusi da piccole leve arrugginite dal tempo e aiutate nel loro compito da vecchi coppi appoggiati. Se però ci si prende la briga di aprirle una ad una la stanza non sarà più la stessa per la luce che si fa spazio da ogni lato, insieme all’aria perché non ci sono vetr oltre agli scuri e per l’idea di camminare sospesi tra il verde che circonda la casa e l’incontro ha inizio.

Alessandra

Stanza sotto tetto: per accedervi si ascende attraverso una ripida scaletta di legno. Sbucando si viene avvolti dal legno delle travi e delle assi che sorreggono il basso tetto. Non si sta in piedi, malo spazio ti accoglie. Molta luce entra dalla finestra e dal lucernario permettendo la delle montagne. Morbidi cuscini ti accolgono ascoltando la tua musica preferita o il silenzio di queste montagne; d’estate lo stridere delle rondini, d’inverno lo scroscio della pioggia. In un angolo il sacro trova il suo posto, da lì dona benedizione al nostro nido.

Valerio

Non ho un luogo prederito in casa, sia perché ogni posto ha qualcosa di speciale in base alle occasioni, le stragioni, sli stati d’animo. Forse fra tutti la legnaia è il luogo che , in parte, preferisco. E’ un ottimo posto per mettersi sdraiati a leggere, anche se non lo faccio da un po’. Il ruscello vicino ha un effetto calmante non da poco ed è il posto in cui riesco ad isolarmi meglio.

Marika

Il luogo preferito della mia casa è la cucina, che per ora immagino solamente, che ho tanto immaginato in questi mesi. Ancora non è arredata ma la vista della finestra è quella che più mi piace. Vedo i noci. Mi fa un po’ ricordare una canzone (filastrocca): “C’era una casa tanto carina senza soffitta, senza cucina…”

Barbara

Sonia Arienta: Nidi.Fluidi. Installazione realizzata per Stazione di Topolò, provincia di Udine.
Sonia Arienta: “Nidi. Fluidi”, dettaglio di una delle installazioni. Carta, inchiostro, comodino. Stazione di Topolò (Udine).

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