Confronto con l’immaginario. I

In un progetto di drammaturgia montana i dialoghi sono soprattutto rappresentati dalle interazioni verbali fra le persone coinvolte, in questo caso gli abitanti dei piccoli paesi e me. Non ci sono attori che interpretano una parte, né personaggi fittizi, perché l’attenzione è concentrata sullo spazio abitato, modellato dall’uomo, o su quello selvaggio, per contrasto.

La raccolta del materiale iconografico relativo ai luoghi preferiti attorno alla propria casa, entro un raggio di un paio d’ore di cammino è il punto di partenza per esplorare molti aspetti del nostro legame con i luoghi e il territorio. Quali sono i luoghi selezionati? Che caratteristiche hanno? Sono luoghi selvaggi o addomesticati? Che cosa ci rivelano? Prevalgono le scelte estetiche nell’inquadratura o la funzionalità bruta di mostrare un posto? Quali sono le preferenze nell’inquadratura?

Si possono porre in luce i modi con i quali ognuno di noi compie scelte estetiche nel trasmettere/comunicare un’idea di paesaggio, provare a trovare tratti comuni o diversi nel restituire un paesaggio fotografato, in rapporto alla dimensione sociale di chi ha effettuato lo scatto.

Emergono le possibilità infinite legate al punto di vista, perché più persone possono scegliere uno stesso luogo e fotografarlo in modi molto diversi.

Il progetto prevede un intenso lavoro sul piano umano, confronti,  riflessioni a ruota libera, senza giudizi, né vincoli. Oguno è libero di esprimere il proprio punto di vista, senza preoccuparsi di dare risposte “giuste” o sbagliate”, perché non ha senso pensare ce ne siano in queste situazioni.

I contrasti, i conflitti se ci sono e quando ci sono possono così emergere in modo improvviso, inaspettato, attraverso l’incrocio dei dati, il confronto fra risposte della stessa persona, o fra persone diverse. Resta infatti importante in questa dimensione garantire la privacy e la libertà di pensiero di chi risponde, per questo compaiono solo i nomi di battesimo.

Il materiale iconografico ha una parte fondamentale, ma non esclusiva, poiché oltre ai fattori estetici riguardanti il paesaggio o la dimensione domestica, questi progetti riguardano anche la dimensione interiore, lo stimolo alla riflessione, l’acquisizione di consapevolezza nell’osservare la realtà quotidiana e il mondo che ci circonda.

Nello svolgere un progetto basato sul rapporto affettivo nei confronti dei luoghi di residenza abituale si possono raccogliere materiali da utilizzare in modi differenti, da una parte la realizzazione di installazioni che rielaborino, prendano spunto, trasformino, diano origine a lavori specifici, pensati per uno spazio preciso; dall’altra la riflessione sui dati in sé, in senso sociologico e antropologico.

Per quanto riguarda il mio progetto “Nidi. Fluidi”, realizzato dopo una permanenza di tre settimane in residenza artistica nella frazione Topolò, del comune di Grimacco (Udine), gli elementi che ho raccolto in seguito agli incontri con i residenti abituali, sono confluiti in alcune installazioni e al contempo mi hanno dato modo di avere a disposizione dati riguardanti il modo di porsi nei confronti del paesaggio circostante, della propria casa e del paese in cui vivono.

In questo contesto mi sembra giusto condividere in modo pubblico le foto che i partecipanti al progetto mi hanno inviato, su mia richiesta, relative al luogo preferito rispetto alla zona in cui abitano. Sono le immagini che ho ricomposto in forma di bacheca e disposto sull’anta di un vecchio, sgangheratissimo armadio, rinvenuto nel locale che ha ospitato la restituzione di questo lavoro.

Nella maggior parte dei casi si tratta di luoghi naturali, situati a breve, o brevissima distanza, in altri sono aree più lontane, raggiunte in un paio d’ore di cammino, soprattutto punti panoramici posti lungo la dorsale retrostante la frazione di Topolò (690 m), a circa mille metri di quota.

Molte foto insistono sulla meraviglia locale, rappresentata da una serie di cascate usate fino agli anni Cinquanta come alimentazione per alcuni mulini, altre immagini si concentrano su un piccolo torrente attraversato da assi-ponti.

L’insieme di queste testimonianze sono state scattate direttamente dagli abitanti, oppure da me, nel caso in cui la persona non fosse nelle condizioni di raggiungere il luogo indicato (per esempio, perché anziana, o troppo piccola), o se la distanza fosse incompatibile con i suoi impegni (di lavoro in particolare).

Le stampe sono state effettuate su carta fotografica opaca, cartonata, di dimensioni variabili, ma di formato medio piccolo, per suggerire l’idea di una bacheca in costruzione.

Qui sotto trovate così le immagini inviatemi dagli abitanti di Topolò, Clodig e Seuza, tre frazioni che compongono il comune di Grimacco e quelle effettuate da me “su commissione” degli abitanti che per ragioni diverse non potevano fotografare di persona i loro luoghi preferiti.

 

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