“VUOTI D’ERBA”. Sonia Arienta.

Sabato 25 e domenica 26 giugno, ovvero lo scorso fine settimana, si è conclusa la residenza artistica dei June Fellows di Nahr, curata da Ilaria Mazzoleni, presidentessa Gabi Scardi (nel comitato scientifico Susanna Ravelli e Adrian Paci) a Sottochiesa in Valtaleggio.

Con il mio progetto “Vuoti d’erba” ho partecipato a queste due giornate insieme ad altre sette persone (Simon Ellis, Giuseppe Mongiello, Titta Raccagni & Barbara Stimoli, Marco Ranieri, Danielle, Stevenson, Nora Sweeney), con le quali si è creato un bellissimo rapporto e senso di gruppo.

Sonia Arienta - in residenza presso NAHR, Valtaleggio. A cura di Gabi Scardi
June fellows 2022-presso Residenza artistica Nahr, Sottochiesa, Valtaleggio.

Poiché la problematica attorno al quale era imperniata la residenza era il SUOLO, considerato sotto tutti i suoi molteplici aspetti, ho scelto di occuparmi del concetto di consumo del suolo, dei conflitti e delle contraddizioni ad esso collegati.

Ho pensato a un “Percorso drammatico in quattro Atti/Azioni” nei quali il pubblico è chiamato direttamente a interagire con me, attraverso altrettante installazioni create per l’occasione e dislocate in due punti opposti dello spazio che ci ospitava: il primo atto l’ho riservato alla parte più nascosta, al retro dell’edificio, mentre ho allestito i rimanenti tre nel cortile antistante.

Il lavoro è composto sostanzialmente di due parti, una critica, l’altra propositiva. In ogni caso il pubblico è sollecitato a prendere posizione, a compiere scelte “distruttive”, a partecipare ad atti di vandalizzazione “concertati”, condotti in una situazione protetta/controllata e a una fase “ricostruttiva”.

Questo mette nelle condizioni di prendere coscienza rispetto a quanto ognuno di noi potenzialmente compie nei confronti del suolo e degli elementi naturali.

Sonia Arienta, "Vuoti d'erba" un progetto di drammaturgia montana partecipata, realizzata per NAHR, SOttochiesa, Valtaleggio. Residenza artistica presieduta da Gabi Scardi
Sonia Arienta: Dove sono le capre? – parte prima di “Vuoti d’erba”. tempera su carta. NAHR.

Ciò avviene più volte al giorno, attraverso azioni  inconsapevoli, o meglio,  ritenute ormai “indispensabili” a mantenere un tenore di vita “moderno” che in sintesi si traduce nel consumare molto più del necessario, risultato di stare dentro a un sistema economico capitalista.

In questo lavoro mi interessa mettere in luce, come ho scritto sopra, oltre alle contraddizioni, ai conflitti legati al consumo del suolo, anche le manipolazioni di notizie, la propaganda costruita per giustificare azioni palesemente legate al profitto di pochi, a scapito del bene comune.

Mentre mi preparavo a partecipare al bando ho scoperto un fatto molto interessante che mi ha colpita e da cui sono partita: le capre, in particolare nel periodo napoleonico e durante il fascismo, sono state vittime di editti, bandi, forti tassazioni e di una campagna diffamatoria, nel contesto di una propaganda dettata da interessi economici.

Questi animali sono stati accusati di essere devastatori di suoli pubblici e privati in tutta la penisola, e con una generalizzazione forzata anche lungo l’arco alpino, soltanto perché in quest’ultimo caso la loro produzione di latte è inferiore a quella dei bovini.

Sonia Arienta, "Vuoti d'erba" un progetto di drammaturgia montana partecipata, realizzata per NAHR, SOttochiesa, Valtaleggio. Residenza artistica presieduta da Gabi Scardi
Sonia Arienta: Dove sono le capre? – parte prima di “Vuoti d’erba”. tempera su carta. NAHR.

Non era quindi competitiva con altre possibili attività economiche di sfruttamento pesante del suolo, quali le miniere e le industrie legate alla lavorazione del legname (segherie).

Le capre per la loro stessa natura si muovono, inoltre, con grande agilità ed entrano facilmente, quindi, in territori altrui (ovvero pascoli privati, di allevatori benestanti). Una situazione giudicata intollerabile nonostante costituissero all’epoca un mezzo importante di sopravvivenza per le famiglie più povere dei villaggi.

Ci sono quindi alcune zone delle Alpi dalle quali le capre sono state bandite, fino quasi a rischiare l’estinzione (come stava per avvenire per la capra Sempione e per quella Orobica).

Da questo punto di vista, una zona molto rappresentativa di questa situazione è proprio la Valtaleggio, dalla quale le capre della razza autoctona orobica, sono pressoché scomparse, a causa della loro “bassa redditività” in termini di produzione di latte.

In questi ultimi vent’anni, gli studiosi del territorio alpino hanno prestato particolare attenzione a questi animali dei quali si riconoscono e rilevano i meriti: tutelano il suolo, puliscono il sottobosco, tengono in ordine i pascoli in quota e producono un latte molto più digeribile,  nonché con molto meno colesterolo di quello di mucca.

Questa situazione, nel suo complesso, mi ha suggerito perciò di iniziare il percorso drammatico con una specie di “prologo”, di carattere storico, dedicato alle capre alpine, come animali benefici, protettori del suolo (il titolo è “Dove sono le capre?”).

Sonia Arienta, "Vuoti d'erba" un progetto di drammaturgia montana partecipata, realizzata per NAHR, SOttochiesa, Valtaleggio. Residenza artistica presieduta da Gabi Scardi
Sonia Arienta: “Vuoti d’erba”- Parte I-Dove sono le capre? Installazione, tempera su carta, fili, piatto. NAHR. credits: Nora Sweeney

Ho pensato, allora, a una serie di ritratti ispirati ai “santini”, realizzati a tempera e collage e a vere e proprie icone-santini stampati, incorniciati da bordi dorati, o di glitter da distribuire al pubblico.

Una volta arrivata in residenza ho trovato uno spazio particolarmente adatto alla collocazione di questi disegni a tempera, in modo del tutto imprevisto: i fili sui quali si stendono i panni in cortile e permettono ai disegni di muoversi seguendo il vento.

Creano una sorta di sistema di quinte e siparietti che garantiscono una distribuzione spaziale molto più articolata di una semplice parete e al contempo assicurano una mobilità, una fluttuazione determinata dalle correnti d’aria.

La seconda parte di Vuoti d’erba, ovvero il secondo atto-azione si intitola “Cheques exchange” ed è incentrata su uno scambio fra me e il pubblico, attorno a quattro piccoli blocchi da disegno, ciascuno di quaranta pagine contenenti rispettivamente rappresentazioni dall’alto di giardini, boschi e spazi incolti, orti, pascoli, dipinti a tempera.

Sonia Arienta, "Vuoti d'erba" un progetto di drammaturgia montana partecipata, realizzata per NAHR, SOttochiesa, Valtaleggio. Residenza artistica presieduta da Gabi Scardi
Sonia Arienta: “Vuoti d’erba”, parte 2, “Checques exchanges”, NAHR. Credits: Nora Sweeney. 40 fogli. Tempera su carta, cm 12×10, rilegatura in metallo.

Ogni disegno è diverso dall’altro e si può staccare dalla rilegatura ad anello, molto facilmente, posto che in questo caso il pubblico è direttamente coinvolto.

E’ invitato infatti a scegliere una delle zone rappresentate dai quattro blocchetti, prendere un disegno e distruggerlo, riducendolo in piccoli pezzi (i relitti vengono raccolti e custoditi in una scatola trasparente).

In cambio, riceve, a scelta, una fotocopia in bianco e nero di un disegno rappresentante uno svincolo autostradale, un appartamento, un deposito di merci, un parcheggio; oppure un autentico ramo di un albero bruciato, durante un incendio doloso, avvenuto quest’ultimo inverno (2021-22) sul monte Zuccone, sovrastante la frazione Reggetto di Vedeseta.

Sonia Arienta, "Vuoti d'erba" un progetto di drammaturgia montana partecipata, realizzata per NAHR, SOttochiesa, Valtaleggio. Residenza artistica presieduta da Gabi Scardi
Sonia Arienta: “Vuoti d’erba”, parte 2, “Checques exchanges”, NAHR. Credits: Nora Sweeney. 40 fogli. Tempera su carta, cm 12×10, rilegatura in metallo.

La terza fase, intitolata “Che cosa c’è sotto?”, è un’installazione di due metri per uno, pari alla quantità di suolo utilizzato (impermeabilizzato) al secondo in Italia, secondo il rapporto ISPRA 2020.

Il pubblico è chiamato a scegliere un pezzo di ciascuno dei quattro livelli dei quali è composta l’installazione così che alla fine il lavoro stesso “sparisca” e mostri quel che c’è sotto: ovvero uno strato di sale bianco, nudo e crudo.

Il primo è lo strato “radici” (serie di quadrati interconnessi fra loro), il secondo è lo strato “erba” (un foglio a tempera),

Sonia Arienta, "Vuoti d'erba" un progetto di drammaturgia montana partecipata, realizzata per NAHR, SOttochiesa, Valtaleggio. Residenza artistica presieduta da Gabi Scardi
Sonia Arienta: Che cosa c’è sotto? Terza parte di “Vuoti d’erba. Installazione multistrato, tempera, carta da lucido, carta da pacco, sale da cucina, cartoncino da acquarello. NAHR. Credits: Nora Sweeney

Il terzo livello è costituito dalle mappe catastali inerenti una zona della valle, dove ci sono i pascoli (realizzata in carta da lucido e china nera, dove le linee di confine di ciascun podere sono state preventivamente traforate per facilitare la separazione). Il quarto è formato da fogli di varie dimensioni dipinti in tempera verde e rappresenta i boschi.

Sonia Arienta, "Vuoti d'erba" un progetto di drammaturgia montana partecipata, realizzata per NAHR, SOttochiesa, Valtaleggio. Residenza artistica presieduta da Gabi Scardi
Sonia Arienta: Che cosa c’è sotto? Terza parte di “Vuoti d’erba. Installazione multistrato, tempera, carta da lucido, carta da pacco, sale da cucina, cartoncino da acquarello. NAHR. Credits: Nora Sweeney

Il pubblico una volta tornato a casa decide quel che desidera fare con i frammenti dell’installazione ricevuti, li può trasformare in un collage, tenerli, buttarli, sono in ogni caso numerati e firmati.

Sonia Arienta, "Vuoti d'erba" un progetto di drammaturgia montana partecipata, realizzata per NAHR, SOttochiesa, Valtaleggio. Residenza artistica presieduta da Gabi Scardi
Sonia Arienta: Che cosa c’è sotto? Terza parte di “Vuoti d’erba. Installazione multistrato, tempera, carta da lucido, carta da pacco, sale da cucina, cartoncino da acquarello. NAHR. Credits: Nora Sweeney

L’ultimo atto-azione è ricostruttivo. Se le precedenti fasi rappresentano la pars destruens di questo lavoro, la conclusione è la pars construens.

Sonia Arienta: Puzzle pubblico, quarta parte di “Vuoti d’erba”. NAHR. Credits: Marco Ranieri

Si tratta di un’installazione di due metri per uno, intitolata “Puzzle pubblico”, pari alla superficie di suolo rigenerata al secondo, composta da duecento quadratini di dieci centimetri, realizzati a maglia e all’uncinetto, grazie alla collaborazione di alcune signore residenti in Valtaleggio che qui ringrazio ufficialmente per la loro gentilezza e disponibilità, nonchè per la bellezza dei loro manufatti: Marisa Bonzi, Monica Carnelli, Manuela Cornolti, Valeria Offredi, Franca Velardita.

Sonia Arienta, "Vuoti d'erba" un progetto di drammaturgia montana partecipata, realizzata per NAHR, SOttochiesa, Valtaleggio. Residenza artistica presieduta da Gabi Scardi
Sonia Arienta: Puzzle pubblico, quarta parte di “Vuoti d’erba”. NAHR. Credits: Nora Sweeney.

Alcuni quadrati sono stati realizzati anche da me, ai ferri, con un filo di fortuna comprato in loco, si tratta di uno spago per arrosti, bianco, insieme al quale ho intrecciato diverse specie di erba e fiori raccolti in alcuni pascoli.

I quadratini sono collocati a terra e possono essere spostati per aumentare la superficie da delimitare, o per attuare collegamenti fra i diversi pezzi, così da rimandare all’atto del “cambiamento”, di intervento personale migliorativo e a quello di ampliare la tutela del territorio e delle sue aree.

Il lavoro resta visibile al momento presso il Soggiorno Mazzoleni, con una trasformazione adatta al nuovo luogo che la ospita (e quindi ha cambiato titolo: “Frammenti di Puzzle Pubblico”).

Sonia Arienta, "Vuoti d'erba" un progetto di drammaturgia montana partecipata, realizzata per NAHR, SOttochiesa, Valtaleggio. Residenza artistica presieduta da Gabi Scardi
Sonia Arienta: Frammenti di puzzle pubblico. Ultima parte di “Vuoti d’erba”. Nahr. Credits: Giuseppe Mongiello.

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