Carlo Galli – Drammaturgia urbana e spazi virtuali – II

Nel percorso di ricerca di Carlo Galli, l’esplorazione dello spazio urbano, così come quello di “confine”, o di luoghi dimenticati, spazi di nessuno, o del demanio ha avuto un ruolo di stimolo. Dopo aver parlato del suo primo esperimento-azione su una spiaggia toscana, dalle parti della Versilia, nella puntata precedente,  chiedo al nostro ospite di spiegarci altre opere fortemente legate al territorio.

In particolare lo invito a condividere la presentazione di un lavoro eseguito in una fornace abbandonata.

C: “Quando ho realizzato quell’opera mi trovavo in vacanza. Subito dopo avrei dovuto preparare una personale per Vienna in una galleria studio, con un bel cortile davanti. Mi sarebbe piaciuto creare un ambiente con mattoni, vivibile.

Mi immaginavo i partecipanti che potessero utilizzare tale ambiente come seduta, quasi inconsapevoli che in realtà la successione di quei mattoni creasse la scritta “ha ha ha”, molto comune sui social. In realtà, per una serie di ragioni, in galleria ho presentato un altro progetto e questa idea era rimasta sospesa.

Carlo Galli. Ha ha ha. Intallazione realizzata con mattoni, in una fornace abbandonata nei pressi di Cagliari.
Carlo Galli: “Hahaha”, 2018. Installazione urbana realizzata con mattoni in una fornace abbadonata. Sardegna

Durante la vacanza, vicino a Porto Torres, mentre percorrevamo una località semideserta vicino alla zona portuale vedemmo un muro rotto, una fabbrica di mattoni abbandonata, nessuna macchina. Era una domenica mattina. Avevo questo spazio immenso a portata di mano.

Ho pensato fosse una location perfetta per quell’idea della scritta con i mattoni e l’ho realizzata al momento. In trenta minuti era completata. Era un intervento minimale, pur essendo di grande scala: mettere in riga i mattoni e formulare la scritta. Una volta terminata, l’ho lasciata lì e ha assunto subito un nuovo significato. Questo mostra quanto l’ambiente influisca nell’opera e con l’opera, dà dimensione completamente differenti al lavoro.”

Carlo Galli: Installazione site specific intitolata Storm (tempesta).
Carlo Galli: Storm. installazione site specific. Nastro segnaletico bicolore, piloni in cemento, maestrale. Toscana

Sempre a proposito di lavori pensati in uno spazio liminale, in territori periferici, mi viene in mente l’installazione che Carlo ha realizzato con il nastro bianco e rosso da cantiere e che vibrava al vento, vista durante la presentazione come residente di ViaFarini. Si trattava in sostanza di un’installazione che si trasformava in scultura sonora, non appena il nastro veniva messo in tensione, legato a due piloni di un capannone industriale abbandonato.

C: “L’ho fatto subito dopo l’installazione della spiaggia. Anche in questo caso c’è l’elemento di sorpresa. Avevo pensato che quel materiale – il nastro di plastica bianco e rosso da cantiere – fosse interessante e desideravo usarlo ancora. Ho cercato un ambiente abbandonato e ho provato a “giocare”.

Ho comprato un nastro più resistente, per delimitazioni a lungo raggio, più tecnico, anche se molto economico. Quando mi resi conto che, nel metterlo in tensione non cambiava forma, ma vibrava in modo molto importante, ho deciso di fare come un muro di recinzione, di delimitazione.

A un certo punto, infatti, il maestrale che arriva a Viareggio intorno alle 12.00 ha iniziato a muovere queste bande creando un’installazione sonora. E’ stato un risultato del tutto inaspettato che ho documentato con un video “STORM“.

Ho pensato che potesse avere un potenziale di sviluppo per altre opere, sebbene servano determinate condizioni per fare questo genere di lavori e per ora questo esperimento è rimasto unico e la documentazione aiuta per immergersi in quello che è stato quel momento.

Chiedo a Carlo di parlarmi del nuovo percorso del suo lavoro, perché al momento anche a causa della pandemia, è stato più difficile proseguire in questo genere di sperimentazioni.

C: “Ci sono alcune dinamiche, per esempio, la pandemia, appunto e il mio incarico di insegnamento che mi hanno portato a vivere in una condizione diversa. Le installazioni di cui parlavamo mi gratificavano dal punto di vista personale, non del tutto dal punto di vista economico …”

Si può aprire uno spazio immenso di considerazioni, circa le condizioni con cui ci si deve scontrare nella produzione artistica, in Italia, ma non solo.

C: “Quando sono venuto a Milano mi sono chiesto come potessi continuare a portare avanti questi esperimenti considerando che il mio stile di vita fosse cambiato radicalmente.

Carlo Galli, "Parallel dimension", intervento fotografico e grafica 3d
Carlo Galli: “Parallel dimension”, 2021. Adhesive foil on foamed PVC . 80x80x2 cm

L’ambiente urbano è un luogo dove realizzerò ancora progetti, però la tela, o piuttosto il telaio che può supportare materiali diversi, è pur sempre un ambiente, più adatto in questo momento dove non dispongo più di tanto spazio. Così, mi sono proposto di iniziare a interagire con esso.

Tale situazione mi ha portato a una rivoluzione mentale, non appena appoggi sulla tela, (anche piccola da 5×5), il pennello, la matita, il nastro adesivo o qualsiasi altro materiale, modifica ‘l’ambiente della tela’. A questo punto, mi si è aperto un mondo di sperimentazione che ha anche il vantaggio di essere più facilmente collocabile e sostenibile.”

In alcuni lavori, gli angoli sono posti al centro dell’attenzione, quindi chiedo a Carlo se in qualche modo usi sempre la  tridimensionalità.

C:”La tridimensionalità la utilizzo spesso e si è riproposta anche in questi ultimi anni attraverso esperimenti con l’ambiente virtuale/3D. Sto imparando ad utilizzare programmi che mi permettono di creare differenti elementi in quest’ultimo contesto. Si tratta di un ambiente dove puoi fare illimitatamente tutto quello che vuoi, anche se dipende dalle competenze tecniche che si apprendono con studio, non facili da ottenere.

Grazie a queste tecniche, puoi dimenticarti del limite di vivere in un appartamento, entrare in una dimensione infinita che interagisce con la creazione dell’opera. La mia evoluzione è partita dall’ambiente esterno e al momento ha raggiunto quello virtuale-casalingo e dello studio.”

Carlo Galli. Installazione "Safe coffee"
Carlo Galli: “Safe coffee”, 2016. Interactive installation made out of security camera container, thermos, hot coffee, wooden panel, solenoid valve. “Make Munich”, Munich.

Pubblico

Esaurito e investigato il rapporto con lo spazio, chiedo a Carlo Galli di condividere quel che pensa riguarda al rapporto con il pubblico dal suo punto di vista.

C: “Mi piace l’interazione, mi piace che il pubblico si senta partecipe, come credo tutti gli artisti. Questo può avvenire in vari modi. Nello specifico, in riferimento all’installazione realizzata sulla spiaggia a Viareggio, la reazione e i commenti dei passanti è stata sia divertente, sia d’ispirazione.

Ho effettuato, invece, un altro lavoro, Safe Coffee, molto interattivo con il pubblico. Era collocato nel contesto di Make Munich una grande fiera di maker, dove c’era molto fermento ideativo.

Non ero in un ambiente esclusivamente artistico. Quindi ho pensato di creare qualcosa di altamente interattivo. Infatti ho pensato di erogare caffè per i passanti da una telecamera di sorveglianza. Ognuno se lo poteva servire, avevo predisposto un tavolo, con lo zucchero, il latte.

Lì per lì le persone non capivano. C’era un momento di smarrimento, però poi con il caffè si creavano spontaneamente dinamiche di socialità nonostante la vicinanza alle camere di sorveglianza che intimidiscono, in quanto strumenti di controllo.

Più recentemente, pensavo a un lavoro da presentare per l’open studio di ViaFarini e ho deciso di recuperare e riattualizzare un progetto pensato cinque anni fa. ‘Mess Up’ è l’Italia, realizzata in cartone ondulato fluorescente che si scompone in regioni attraverso l’utilizzo da parte del pubblico di una macchinina giocattolo della Polizia.

Questo lavoro è una riflessione sulla società contemporanea e sull’ideale del termine ‘ordine’, rappresentato dalla macchinina Police. Il giocattolo più si muove più modifica la forma geopolitica della nazione rispetto alla sua forma orginale.

In attesa di scoprire quali sviluppi prenderà il suo lavoro, gli chiedo che cosa gli suggerisce il concetto di personaggi, e se nel suo lavoro sono importanti o no.

Carlo Galli, "Shades", nastro e foglio adesivo su forex
Carlo Galli. “Shades”, 2019. Adhesive foil and duct tape on forex. 70x70x0.1 cm

PERSONAGGI

C: “ I personaggi che emergono in alcuni dei miei lavori rappresentano prevalentemente in maniera inconscia alcuni elementi caratteriali dalla mia personalità.”

Chiedo a Carlo Galli se intreccio e trama sono parole importanti per lui, per le sue opere

C: “Intreccio è’ una parola importante dal punto di vista delle relazioni con gli altri: per esempio avere la possibilità di confrontarci come stiamo facendo ora, o con gli artisti di ViaFarini. Quando la nostra esperienza di vita, la nostra cultura si intreccia con altre realtà, ci si arrichisce, si impara, ci si diverte, porta un sacco di energia nuova.”

A questo punto, domando al nostro ospite quali sono i punti di riferimento, artisti e/o studiosi, o persone che ti hanno particolarmente influenzato.

C: “Sicuramente i miei genitori sono state due persone che mi hanno sempre sostenuto dal punto di vista della ricerca creativa. Mi hanno sempre spinto a proseguire questa passione, quindi sicuramente loro sono i principali “responsabili” della mia formazione.”

Mi sembra una cosa bellissima, anche abbastanza rara, posto la difficoltà che di solito si riscontra nelle famiglie quando un figlio manifesta le intenzioni di intraprendere una carriera molto difficile  e piena di ostacoli, incertezze. Ringraziamoli per la loro lungimiranza e apertura mentale. Carlo riprende il discorso e precisa:

C: “A livello artistico sono una serie innumerevole i personaggi che mi ispirano. Non ho un mentore di riferimento specifico, piuttosto penso a una serie di artisti o intellettuali, stilisti, musicisti, persone della cultura, ma anche amici, dj, compositori. Insomma, si tratta di una sorta di magma di energie differenti che mi attiva idee e mi ispira per la creazione di nuovi progetti.”

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