MICRODRAMMI QUOTIDIANI
Le grandi tragedie e le piccole tragedie possono essere connesse, interrelate molto più di quel che si creda….I microdrammi quotidiani nascondono e possono favorire eventi molto più complessi nel tempo, possono rimandare a questioni molto complesse e gravi. Custodiscono un forte potenziale di denuncia. Sono pensati come drammi da parete, nel senso che sono lavori da “appendere” al muro, dentro casa, o negli spazi pubblici.
Sono progetti riguardanti problematiche in apparenza più o meno marginali, ma che in realtà rimandano a fatti complessi. In questo caso ci stiamo occupando dei comportamenti che facilitano le disparità di genere, in alcune azioni quotidiane apparentemente del tutto innocue, come i momenti di svago e di gioco, negli adulti e nei bambini.
I titoli sui giornali che annunciano il “femminicidio del giorno” – nemmeno più di grande effetto commerciale, data la nauseante ricorrenza con cui avvengono questo genere di drammi – evocano rapporti sentimentali disfunzionali, malati. Situazioni limite ed esplosive di squilibri che in realtà sono sotto gli occhi di ciascuno tutti i giorni.
La società italiana e non solo, al di là dei proclami, continua a coltivare forti disparità di genere, a causa di convinzioni, scelte politiche e religiose in atto rispettivamente da decenni e da secoli. Entrambe condizionano i media di ogni tipo, le famiglie, gli individui. Padri e madri, zie, zii, cugini, parenti e amici di famiglia anziché tutelare i minori, sono sovente i primi a creare, sostenere rapporti di genere sbilanciati perché li hanno subiti e li praticano spesso senza accorgersene.
Distrazione, scarsa o nulla consapevolezza circa la problematica, poca propensione a mettersi in discussione portano a replicare schemi, a creare situazioni a rischio, fragilità “congenite” che mettono in una posizione sfavorevole principalmente le bambine. Queste future donne a loro volta replicheranno schemi malati e li trasmetteranno alle nuove generazioni…
Prima di condannare ciò che capita in alcuni Paesi considerati “arretrati”, sarebbe prioritario dare uno sguardo attento a come si vive tutti i giorni entro i confini nazionali. E’ triste, sconfortante quel che sto verificando nel corso di questo progetto, peraltro solo nella sua fase iniziale.
Si potrebbe dire che ci sono bambini che giocano e bambine che non giocano…nel senso che sono indotte da comportamenti “ostili”, sessisti, mascherati da gesti innocenti e banali, come può essere quello di escludere l’altro (anzi l’altra), impedirle di appropriarsi della palla, ostacolare il raggiungimento dell’obiettivo.
Al contempo occorre evidenziare che le bambine sembrano già “disilluse” e poco combattive nel conquistarsi l’oggetto-del-desiderio, ovvero la palla stessa. Questo è un riflesso culturale: qualcuno a casa le ha già avvertite che le donne non vanno all’attacco…non è cosa “adatta” a loro….secondo convenzioni decisamente sessiste, appunto…
Di recente è stato detto che le donne sono meno spavalde degli uomini, meno combattive….purtroppo ci sono molte donne che ricevono una pessima educazione, in quanto mina alla base la loro autostima come persone.
Di seguito, qui sotto, trovate altri due Microdrammi, andati in scena in un’area piuttosto – per non dire “molto” – esclusiva di Milano, in una normalissima giornata festiva di ottobre, 2021.
MICRODRAMMI QUOTIDIANI
N° UNO
Domenica di ottobre. Sole splendido. Primo pomeriggio. Parco ai piedi dei grattacieli di CityLife, Milano.
Prati con svariate colonie di umani, di età diverse, intenti a giocare, leggere, chiacchierare, passeggiare. Una porzione di giardino con alcuni alberi.
Personaggi in ordine di apparizione:
Ragazzino 1 di una decina d’anni, fratello maggiore di
Bambina 2 (tre o quattro anni)
Ragazzino 3 amico, coetaneo di Ragazzino 1
Madre di Ragazzino 1 e Bambina 2,
Una donna che chiacchiera con la precedente (parente o amica)
Padre di Ragazzino 1 e Bambina 2
Ragazzino 4, coetaneo di Ragazzino 1 e 3
Io che passeggio con
Ribes, segugio italiano di due anni.
Io e Ribes osserviamo il panorama, lui in più lo annusa, da bravo cane da caccia, finché sono attratta da uno “spettacolo” già iniziato, non so da quanto.
Scena I.
Ragazzino 1 è in porta, o quantomeno, sta nello spazio fra due alberi, investito momentaneamente di tale ruolo. Bambina 2 sta rincorrendo la palla e la calcia. Si toglie la felpa, perchè evidentemente ha corso e ha caldo. Vicino a loro si muove Ragazzino 3.
Decido di fermarmi per guardare le dinamiche del piccolo gruppo per capire come il loro gioco si relazioni con le dinamiche di genere, se si evidenzino squilibri, o se i rapporti siano equi.
Scena II
La bambina si è avvicinata alla “porta” (che si finge fra due alberi adottati a mo’ di palo), ma è allontanata fisicamente dal fratello (Ragazzino 1) che la spinge via con due mani dietro la schiena fino a “liberare” la postazione. Ragazzino 3, suo amico sta per tirare e lui deve “parare”. La sorellina è sulla traiettoria di lancio e, in qualche modo, il maggiore cerca di “proteggerla” dalla pallonata. Fin qui tutto normale. Tiro un sospiro di sollievo.
Scena III
Ragazzino 1 è sempre in porta, Ragazzino 3 rincorre la palla, Bambina 2 anche. Il problema è che non riesce a prenderla, perché ovviamente le sue gambette sono troppo più corte e lente, rispetto ai due ragazzini.
La madre è presente e segue il gioco. Mi sembra di capire che inviti i due maschi a passare la palla alla bambina che ora la rincorre e la calcia, verso la porta. La madre le grida “brava” e il fratello, dopo qualche secondo, ripete “brava”.
Mio pensiero: meno male, stavolta giocano tutti insieme, il gioco è supervisionato da un genitore che ha appena corretto lo sbilanciamento di forze dei partecipanti.
Pura Illusione.
Scena IV
La Madre sta chiacchierando con Un’altra Donna, un’amica o una parente, e inizia a distrarsi dalla “scena”. Ragazzino 1 e 3, per tacito accordo giocano fra loro, escludono Bambina 2 che non riesce più a entrare in contatto con la palla. Primi segni di noia da parte dell’interessata.
Nuovo tentativo di Bambina 2 di intercettare la palla. Fallimento. È troppo piccola per poterla raggiungere “senza facilitazioni”. È chiaro che per un gioco in cui tutti e tre siano coinvolti i due ragazzini dovrebbero “abbassare” il loro livello di gioco. Con ogni evidenza non ne hanno voglia. La situazione fa emergere un altro aspetto: oltre alla disparità di genere, c’è quella dell’età dei partecipanti, fatto che complica ulteriormente i rapporti.
Scena V
Bambina 2 va a sedersi accanto al tronco dell’albero di sinistra, uno dei due che fungono da porta. Ragazzino 1 e 3 continuano a giocare.
Scena VI
Bambina 2 sorride e saluta la madre con la manina.
Scena VII
Bambina 2 estrae un piccolo quaderno dallo zainetto e lo sfoglia. Arriva una pallonata di traverso che la colpisce in testa. La protagonista femminile di questa vicenda non si lamenta. Resta qualche istante perplessa. Nessuno la invita a giocare.
Sc, VIII
Bambina 2 lascia l’area di gioco più “calda”. Cammina verso destra, raggiunge un altro albero, gli si siede accanto e si appoggia al tronco. Riprende il quadernetto, lo sfoglia. Ragazzino 1 e Ragazzino 3 proseguono il loro gioco, alternandosi in porta e in attacco.
Scena VIII
Entra in scena il Padre che va da Bambina 2, sua figlia, le parla restando in piedi, lei seduta. I due ragazzini giocano a calcio.
Scena IX
Il Padre si accoscia per continuare la conversazione con Bambina 2. Ragazzino 1 e 3 giocano a calcio.
Scena X
Il Padre va a prendere un monopattino parcheggiato in prossimità dell’albero-palo e insieme a Bambina 2 lasciano il prato. Percorrono qualche metro di vialetto e raggiungono una panchina dove ritrovano la Madre e l’altra donna. Ragazzino 1 e 3 giocano a calcio.
FINALE:
Bambina 2 seduta sulla panchina, guarda un quaderno più grande del precedente e parla con Padre, Madre e Altra Donna.
Ragazzino 1 e 3 giocano a calcio. A loro si unisce Ragazzino 4.
Interrompo la visione e dirigo lo sguardo dall’altra parte del vialetto.
N° DUE
Personaggi in ordine di apparizione:
Impossibile stabilire chi è entrato prima.
Gruppo di bambini, circa una decina che corrono alla rinfusa.
Bambina 1 (più piccola degli altri)
Bambino più piccolo degli altri (più o meno coetaneo di Bambina 1)
Madre di Bambina 1
Padre 1 giovane, fisico atletico
Padre 2 meno giovane e meno atletico
Scena I
Bambini rincorrono la palla che un coetaneo trattiene fra i piedi e la calcia portandola avanti con passi brevi. Qualcuno a un certo punto gliela ruba e il gioco si sposta. Genitore 1 intercetta la palla e la difende. Interviene altro bambino che se la prende. Bambina 1 cerca invano di arrivare alla palla, nessuno gliela passa.
Scena 2
Bambina 1 smette di correre e va sotto un albero, accarezza il tronco, ci gira attorno, gioca con le foglie e infine si accuccia sotto, sul prato.
Probabilmente il gioco è iniziato già da un bel po’ e Bambina 1 è stanca di essere esclusa e mostra in modo inequivocabile segni di noia.
Scena III
I bambini e il padre giovane 1 sono concentratissimi, chi ha la palla fra i piedi non la cede, l’allenamento prevede evidentemente la difesa della palla da attacchi esterni. Sono tutti molto concentrati e professionali (l’adulto soprattutto), come se fossero sul prato di una partita della Champions League.
Bambina 1 ogni tanto guarda la palla.
Il padre meno giovane 2 entra e esce dal gioco e dal prato, invita altri bambini, sollecita, ma non si rivolge mai a Bambina 1.
Scena IV
Arriva una signora vestita di rosa pallido. E’ la madre di Bambina 1 che, infatti, la identifica e la abbraccia, ma poco dopo se ne allontana su invito della medesima e torna sul prato. Tutte e due, guarda caso, sono vestite di rosa….(i maschi rigorosamente di azzurro, blu, blu marin….).
Sc. V
Bambina 1 prova ancora a rincorrere senza molta convinzione la palla, come se sapesse che tanto è fatica sprecata, non riuscirà mai a calciarla, non riuscirà a introdursi nel gioco.
Scena VI – Finale
Bambina 1 torna in disparte sul prato. Questa volta si sdraia su un fianco. Poco dopo Bambino 1, più piccolo degli altri, la raggiunge. Tutti gli altri sono impegnati a inseguire la palla e a sottrarla al Genitore 1 giovane, sempre impegnato nella parte di grande calciatore della domenica, molto intento a divertirsi. Molto, tanto da dimenticarsi di passare la palla agli altri…dove “gli altri” sono bambini…
Interrompo la visione e lo “spettacolo”. I microdrammi continuano a misura di home theatre…li potete osservare senza abbonamento, in hd tutte le volte che volete, in una qualunque (apparentemente) innocua domenica pomeriggio, in uno dei parchi a vostra scelta…