Che cosa significa Drammaturgia Urbana?

Autori, progetti, città. Una panoramica

Che cosa si intende per Drammaturgia Urbana? E’ possibile definirla?

Soprattutto, serve farlo?

Personalmente dato il “soggetto” molto fluido ritengo sia meglio lasciare le porte aperte… mettere da parte la smania catalogatoria e riepilogativa da archivista ai lavori forzati, l’ansia da riordino degli armadi (le maglie le metto nel cassetto destro o in quello sinistro? Le calze possono stare con le mutande?). 

Credo sia sufficiente evidenziare macrocaratteristiche distintive affinché il significato del termine “drammaturgia urbana” mantenga un’ampiezza, una gamma di sfumature e di accezioni che non inibiscano i percorsi di ricerca.

L’idea di uscire dal confine dello spazio tradizionale, dal luogo deputato delle rappresentazioni, ovvero il palcoscenico, almeno nel contesto europeo, è un elemento che contraddistingue la maggior parte delle proposte e non potrebbe essere altrimenti. In America e in Australia sembra invece che preferiscano portare “al chiuso” problematiche da esterno…almeno in quei contesti che fanno esplicitamente riferimento all’idea di teatro urbano, unitamente a quella di drammaturgia urbana.

In ogni caso, sotto la protezione ospitale di queste due parole confluiscono, infatti, progetti diversissimi: operazioni culturali di rigenerazione urbana; attività performative che adottano spazi particolari e li fanno “rivivere”, o li riutilizzano in modo “destabilizzante”, inusuale, straniante (in un contesto ti teatro site-specific); produzioni di artisti di strada; progetti di arte e teatro partecipato, narrazioni ambulanti; installazioni, riflessioni visive di artisti che sperimentano soluzioni border line fra teatro e visual art e dove l’architettura e gli abitanti hanno un ruolo centrale.

  • Da una parte ci sono realtà che esportano in esterno modi, forme, attitudini e abitudini normalmente applicate e proprie del teatro pensato per una “normale” sala teatrale.

In questo caso emerge un’ottica performativa esplicita. Tutti sono coscienti fin da subito di partecipare come “attori” o come pubblico; di usare o fornire dichiaratamente materiale a uso “scenico”, indipendentemente dalla professionalità/occasionalità degli attori, dei performer.

Questo avviene, per esempio, nella raccolta di storie partecipate finalizzate a rappresentazioni in spazi “inediti”, o non convenzionali. O con progetti nei quali la danza, coreografie sperimentali, percorsi di ricerca teatrali si inseriscono negli spazi abitati o in luoghi più o meno remoti.

  • Dall’altra, ci sono progetti che reinterpretano alcuni aspetti della teatralità e lavorano in modo più concettuale. Qui la priorità non è “l’esibizione” di un performer, ma la riflessione sulle relazioni sociali, il rapporto con la città, gli spazi.

In sostanza, si accentua l’attenzione sulle relazioni, sullo spazio come risultato di rapporti produttivi e sociali, anziché sulla performance in sé.  In questo caso la figura dell’attore o del danzatore professionisti od occasionali possono eventualmente essere “escluse”, “sostituiti” da materiale documentario, reportage, fotografie, siti internet, video, mostre, percorsi, installazioni.

 

Drammaturgie Urbane, progetti e idee di Sonia Arienta, Milano, teatro contemporaneoAderire a una delle due modalità naturalmente non esclude l’altra, né si può attribuire una maggiore originalità, interesse, qualità estetica a uno dei due approcci, per quanto ci sono, come in tutti i lavori, contesti più o meno innovativi, più o meno sperimentali, di ricerca, di qualità.

Entrambi i percorsi possono essere affrontati contemporaneamente dal medesimo artista o da uno stesso gruppo di lavoro nel corso del tempo.

Una rapida e iniziale panoramica mostra alcuni esempi di progetti, ai quali in seguito dedicheremo approfondimenti specifici.

A Milano il Festival Danae curato dal Teatro delle Moire propone dal 1999 progetti che prestano particolare attenzione al territorio e all’uso degli spazi extrateatrali. I fondatori sono Alessandra De Santis e Attilio Nicoli Cristiani, impegnati da anni in un percorso di ricerca profondo e molto stimolante. Il Festival ha  “una vocazione nomade” che lo spinge a una “ricerca continua di differenti spazi, non solo teatrali, ma soprattutto di luoghi non convenzionali e urbani per accogliere progetti site specific.” La danza e le performance sono i linguaggi sui quali si basano prevalentemente le loro proposte (quest’anno purtroppo causa Covid la XXI edizione del Festival è stata sospesa in corso d’opera).

Sempre a Milano, si possono segnalare alcuni lavori realizzati da Outis (centro nazionale di Drammaturgia contemporanea, presidente Angela Calicchio) per il festival Trame d’autore (diretto da Angela Calicchio e Andrea Capaldi). In particolare “Caravansaray Selinunte San Siro” prodotto quest’anno (settembre 2020) definito dagli organizzatori “un progetto di drammaturgia urbana partecipata per la rigenerazione degli spazi urbani periferici” con rappresentazioni in una sede-partner molto istituzionale: la sala storica del Piccolo Teatro di Milano, in via Rovello.

Nell’estate 2020 il teatro dei venti Modena, compagnia teatrale molto interessante e impegnata sul fronte sociale, propone un seminario di “regia e drammaturgia per gli spazi urbani” diretta a un’utenza professionista di generi di teatro diversi, fra i quali anche gli artisti di strada tenuto nell’appennino a Gombola.

Assolutamente da segnalare è il progetto Trame di quartiere di Catania un “gruppo di lavoro interdisciplinare” che si colloca in un contesto di rigenerazione urbana. In particolare in questo momento stanno svolgendo un lavoro impegnativo di riqualificazione nel quartiere di San Berillo.

Per quanto riguarda il panorama straniero citeremo per ora un esempio francese e uno australiano.

Main d’Oeuvres a Saint-Ouen alle porte di Parigi, è un “Lieu pour l’imagination artistique et citoyenne” (luogo per la creatività, l’immaginazione artistica e cittadina”).  L’associazione si dedica alla rigenerazione di luoghi e spazi in abbandono con spettacoli site specific, a incontri fra ricercatori, artisti e cittadinanza. Coniuga all’esperienza teatrale la capacità di interagire in profondità con gli abitanti.

Urban Theatre Project, Bankstown, Sidney in Australia è un’istituzione. Da metà anni Novanta con la direzione artistica di Fiona Winning e John Baylis ha iniziato a creare progetti site-specific e a interagire con la comunità locale. Al momento ha un ruolo fondamentale nel panorama culturale australiano (Jessica Olivieri è l’attuale direttrice)…

Il concetto di Drammaturgia Urbana è complesso e per collocarlo e comprederlo, dopo queste piccole anticipazioni a mo’ di introduzione, è utile fare un passo indietro (per vedere da dove arriva) e vari passi intorno al mondo (per vedere da dove viene e dove va…).

Drammaturgie Urbane, progetti e pensieri di Sonia Arienta

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